Biblioteca (lettura pubblicata dalla BBT the bhaktivedanta book trust international)



ASSISTERTI NELLA TUA RICHIESTA PER LA VERITÀ ASSOLUTA
Ritorno a Krishna
Fondata nel 1944 • Vol. 41, Numero 1 • Gennaio / Febbraio 2007(Ediz. Italiana Vol. 19, Numero 1)

Sommario

Conferenza del Fondatore
5 La Fonte Originale di Tutto Srila Prabhupada spiega come Dio sia presente in ogni luogo attraverso le espansioni delle Sue illimitate energie.
8 La Religione Eterna Srila Bhaktivinoda Thakura, un grande maestro nella linea Vaisnava descrive la natura immutabile dell'essere vivente.
13 I Dialoghi di Srila Prabhupada Consumo di carne e leggi della natura 16 L'Importanza della Sri Isopanisad
18 Quando il Cibo Diventa Prasadam? Con devozione e sotto la guida del guru, i devoti del Signore trasformano il cibo ordinario in una sostanza spirituale.
22 Calendario
Come Sono Arrivata alla Coscienza di Krsna
23 Il Tempio dei Miei Sogni
25 Sezione Libri: Srimad-Bhagavatam
30 Kanchipuram: La Casa del Re delle Benedizioni Il grande santo ed erudito Ramanujacarya visse in questa venerabile città del Sud dell'India dove oggi il suo amato Signore Varadaraja è ancora adorato con grande pompa.

FONDATORE (sotto la direzione di Sua Divina Grazia Sri Srimad Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

DIRETTORE RESPONSABILE: Alida D’Ambrosio Ali Krsna devi dasi

AMMINISTRAZIONE: Nimai Pandita dasa

ABBONAMENTI: Visnupriya devi dasi

Per informazione sugli abbonamenti contattare la Confederazione Nazionale delle Associazioni per la Coscienza di Krishna - strada Bonazza, 11 - 50028 Tavarnelle Val di Pesa (FI) - Tel. (055) 8076414 - Fax (055) 8076630 E-mail: nimaipandit@bbtitalia.191.it


PRONUNCIA: La traslitterazione dei termini in sanscrito di questa rivista è stata eseguita secondo il metodo adottato internazionalmente: a si pronuncia a chiusa; a si pronuncia a lunga e aperta; i si pronuncia i lunga; u si pronuncia u lunga; c è sempre dolce; j si pronuncia g dolce;
r si pronuncia ri; S si pronuncia sc come in scena; altrettanto s ma più sibilante; h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (sh è sc dolce). Caitanya si pronuncia Ciaitanya.

NOMI SPIRITUALI: I membri dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna ricevono uno dei nomi di Sri Krsna o di un Suo devoto, seguito dal suffisso dasa al maschile e dasi al femminile che significa servitore o servitrice. Per esempio, il nome Krsna dasa significa servitore di Krsna.

VALORE DELLA RIVISTA: Valore a copia
Euro 3,00; Le donazioni per ricevere la rivista sono da versare sul C.C.P. n. 42036004, intestato a:
‘Confederazione Nazionale delle Associazioni per la Coscienza di Krishna’, strada Bonazza 11,
50028 Tavarnelle Val di Pesa (FI).
© Associazione Ritorno a Krishna - Tutti i diritti riservati - Ritorno a Krishna - Publicazione registrata presso il Tribunale di Milano N° 199 del 13/3/1989 - Vol. 19, N.1-Gennaio/Febbraio 2007 Stampa: La Zincografica, Firenze.
Sped. Abb. Post. Comma 20 C
Legge 662/96 Filiale Firenze

BENVENUTO

LA STORIA DELLA COPERTINA ci porta nell'India del Sud, dove i templi seguono tradizioni che risalgono a migliaia di anni. A Kanchipuram: Casa del re dei benefattori, Adbhuta Hari Dasa ci racconta la sua visita a Kanchipuram e al tempio della Divinità di Visnu conosciuta col nome di Varadaraja (“il re di coloro che concedono benedizioni”). Uno dei modi in cui il Signore dà benedizioni è quello di accettare le offerte di cibo e renderlo come il Suo
prasadam (“misericordia”). In Quando il cibo diventa prasadam Sivarama Swami ci dà illuminanti visioni di questo fenomeno spirituale.
Poiché il Signore Supremo si trova ovunque, solo Lui può essere il più grande concessore di benedizioni, e in La fonte originale di ogni cosa, Srila Prabhupada chiarisce come Dio è presente in ogni luogo. Per insegnare questo ed altri aspetti di Dio, Prabhupasa ha tradotto e commentato molti libri Vedici. In L'importanza della Sri ISopanisad, Satyaraja Dasa ci dà alcuni accenni per capire perché Prabhupada ha scelto una Upanisad come primo libro da tradurre.
Apprendere la scienza di Dio include apprendere la nostra relazione con Lui. In questo numero presentiamo una lezione su questo argomento in L'eterna religione, un estratto dal bellissimo libro di Bhaktivinoda Thakura Jaiva-dharma.
Hare Krsna. — Nagaraja Dasa, Direttore

I NOSTRI SCOPI

• Aiutare la gente a discernere la realtà dall'illusione, lo spirito dalla materia, l'eterno dal temporaneo.
• Evidenziare i difetti del materialismo.
• Offrire guida nelle tecniche vediche della vita spirituale
• Preservare e diffondere la cultura vedica.
• Celebrare il canto dei santi nomi del Signore come insegnato da Sri Caitanya Maha­prabhu.
• Aiutare ogni essere vivente a ricordare e servire Sri Krsna, la Personalità di Dio.


LEZIONE DEL FONDATORE
Melbourne — 23 Aprile 1976
LA SORGENTE ORIGINALE DI TUTTO

Sri Krsna spiega che Egli è tutto, ma che tutto non è Lui.
di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhuphda
Fondatore-Hchrya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna

maya tatam idam sarvam
jagad avyakta-murtina
mat-sthani sarva-bhutani
na caham tesv avasthitah

“Questo intero universo è pervaso da Me, nella Mia forma non manifestata. Tutti gli esseri sono in Me, ma Io non sono in loro.”
– Bhagavad-gita 9.4

A volte qualche sciocco chiede: “Puoi mostrarmi Dio?” Qui Dio dà la risposta. Maya tatam idam sarvam: “Io sono ovunque. Se avete occhi per vedere, potete vederMi.” Dio è ovunque; altrimenti come può essere Dio? Dio significa grande, ma noi non sappiamo quanto Egli lo sia. Ci limitiamo a dire: “Dio è grande,” ma non abbiamo idea di quanto lo sia. Questo è spiegato nella letteratura vedica: Egli è grande perché è ovunque.
Il mondo materiale comprende innumerevoli universi. Non si può contare il numero delle stelle e dei pianeti. Ogni notte li vedete, ma siete capaci di contarli? No, questo non è possibile. L’universo in cui è situata la nostra terra è soltanto uno degli universi. La terra è un piccolo pianeta ed è uno dei molti milioni di pianeti. Noi non siamo neanche capaci di calcolare tutto quello che riguarda questo unico pianeta. Questa è la grandezza della creazione di Dio. Non siete nemmeno capaci di contare quanti sono i vostri capelli. Voi affermate: “Questi sono i miei capelli.” Li potete contare? No. Questa è la grandezza della creazione di Dio. Dio è presente ovunque e tutto è in numero incalcolabile al di là della nostra capacità di contare.
Dio è situato all’esterno e all’interno. Altrimenti come può essere Dio? Voi siete qui, ma non nelle vostre case. Dio invece è nella Sua casa ed è ovunque. Questo è Dio.
I mascalzoni affermano: “Io sono Dio.” Che tipo di Dio sei? Sei diffuso ovunque? Non si dovrebbe accettare questo “Dio” di così poco valore.
Negli Sastra, le scritture vediche, c’è la descrizione di Dio.

eko ’py asau racayitum jagad- anda-kotim
yac-chaktir asti jagad-anda-caya- yad-antah
andantara-stha-paramanu-cayantara- stham-
govindam adi-purusam tam aham bhajami

“Egli è un’entità non differenziata perché non c’è distinzione tra le energie e il loro possessore. Nella Sua opera della creazione di milioni di mondi, le Sue potenze restano inseparabili. Tutti gli universi sono in Lui ed Egli è anche presente contemporaneamente, nella Sua pienezza, in ciascuno degli atomi sparsi nell’universo. Questo è il Signore Originale che io adoro.” ( Brahma-samhita 5.35) Il Paramatma, l’Anima Suprema, è parte di Dio. In questa forma di Anima Suprema, Dio, è presente in innumerevoli universi. Jagad-anda significa l’universo. Anda significa uovo. La forma dell’universo è come quella di un uovo. Il Signore mantiene milioni e milioni di universi con una parte di Se Stesso, il Paramatma, cioè KsirodakaSayi Visnu. Questa è una grande scienza. Dio si espande in molti modi e per il mondo materiale si è espanso nei Purusa Avatara: KaranodakaSayi Visnu, GarbhodakaSayi Visnu e KsirodakaSayi Visnu.

Gli Universi Emanano dal Respiro di Dio

KaranodakaSayi Visnu giace sull’Oceano Causale e dal Suo respiro emanano gli universi. Questo è Dio. Poiché è in una situazione di sonno, KaranodakaSayi Visnu è un’espansione di Dio. Egli non è il Dio originale, il Dio originale è Krsna, ma Egli può espandersi. Questo è Dio.
Fatevi un’idea di che cosa è Dio. Come KaranodakaSayi Visnu Egli dorme sull’oceano. Il sonno è sempre accompagnato dal respiro. Le bolle che escono con il Suo respiro si espandono in universi. Quando Egli espira si formano innumerevoli universi e quando inspira tutti questi universi vengono annullati.
Questa è la natura del mondo materiale: comincia ad esistere ad un certo momento, rimane per qualche tempo dando molti sottoprodotti, si espande, si riduce e poi finisce. Tutto quello che è materiale segue questa progressione. Il vostro corpo è così, il mio corpo è così. L’intero universo è così.
Qui Krsna dice, maya tatam idam sarvam. Egli parla della Sua espansione impersonale. Se non possiamo comprendere Dio, allora ci rivolgiamo alla forma impersonale o all’idea che Dio sia ovunque. In termini filosofici questo si chiama panteismo. I panteisti pensano: “Dio è ovunque, perciò non c’è un Dio personale. No, questa è una sciocchezza. Maya significa: “Da Me.” Krsna dice: “Per mezzo della Mia energia pervado tutto.”
Questa idea fa pensare al sole e al suo splendore; non appena il sole sorge, si manifesta il suo splendore. L’altro giorno mentre venivamo qua, abbiamo visto come in un secondo il sole sorga dal mare, per lo meno così sembrava. Immediatamente, in un secondo, tutto il mondo si è illuminato. Che cos’è questa illuminazione? È l’espansione del sole nella sua forma di splendore, ma il fatto che ci sia questa espansione non significa che il globo del sole non esista più. Il globo del sole continua ad esserci e all’interno del globo del sole c’è il Dio del sole, cioè la personalità predominante del globo solare. Noi conosciamo anche il suo nome. Il suo nome è Vivasvan.
Il nome del presidente americano è Ford. Le persone intelligenti lo riconoscono quando lo vedono: “Oh, lei è il presidente.” Allo stesso modo ciascun pianeta ha un presidente, un capo e i loro nomi sono riportati nella letteratura vedica.
Nella Bhagavad-gita troverete che milioni d’anni fa Krsna incontrò il dio del sole e gli espose la Bhagavad-gita.
Imam vivasvate yogam proktavan aham avyayam (Bg. 4.1). Dobbiamo rivolgerci alla sorgente giusta e allora sapremo tutto.
Come può Dio espandersi ovunque? Considerate questo esempio: secondo gli scienziati il sole dista circa 150.000.000 di chilometri e immediatamente, in un secondo, il suo splendore si espande in tutto l’universo. Perciò se questo è possibile per un comune oggetto materiale come il sole, pensate a quant’è grande la potenza di Dio. Krsna, Dio, è completamente spirituale. La Sua potenza spirituale è così grande che può espanderSi in tutti gli universi! Questa è una riflessione importante.
Dov’è la difficoltà di comprendere Krsna quando dice, maya tatam idam sarvam: “Io pervado tutto”?
Non c’è difficoltà – se siamo persone ragionevoli. Possiamo vedere che in ogni universo c’è un sole che è molto potente e che ci sono innumerevoli universi con innumerevoli soli. Quanto potente deve essere colui che ha creato tutti questi soli! Questa considerazione appartiene al senso comune. Se un sole, che è materiale, è così potente da dare per milioni e milioni di anni energia, calore e luce pur restando brillante e potente e di temperatura così elevata – allora quanto potente è Dio, il Creatore. Ve lo lascio immaginare.
Quando Krsna dice, maya tatam idam sarvam: “Tutto è pervaso da Me,” non sta parlando per falso prestigio. È la realtà. Noi dobbiamo semplicemente avere l’intelligenza per capire. In ogni particella, in ogni atomo, Dio è presente. Questo è fissato negli Sastra. Andantara-stha-paramanu-cayantara-stham (Brahma-samhita 5.35). Paramanu indica l’atomo. Dio è all’interno dell’atomo. Dio è anche dentro di voi. Dio è all’esterno; Dio è all’interno. All’esterno vediamo i cinque elementi: terra, acqua, fuoco, aria e etere. Cosa sono questi cinque elementi? Espansioni dell’energia di Dio. In pratica vediamo che lo splendore del sole è la causa di questo universo. All’interno di questo splendore si sono formati tutti i pianeti e su ciascuno di essi, grazie allo splendore del sole, crescono i vegetali. Quando non c’è lo splendore del sole le foglie cadono. Non appena c’è lo splendore del sole nascono fiori, frutti e foglie colorati. Tutto viene dallo splendore del sole.

Lo Splendore del Corpo di Dio

Krsna è il sole supremo. Dio ha la Sua effulgenza – lo splendore del Suo corpo che viene chiamato brahmajyoti. Dal brahmajyoti vengono generati innumerevoli universi. Perciò Dio è la causa di tutta la creazione. Egli non deve costruire personalmente ogni universo. Egli è così potente che dalla Sua effulgenza, dal Suo splendore vengono creati innumerevoli universi e in ciascuno di essi ci sono molti milioni di stelle e di pianeti.
Queste sono le descrizioni contenute nella letteratura vedica da cui dobbiamo apprendere queste cose. Non dovete speculare con i vostri minuscoli sforzi, con il vostro potere limitato e i vostri sensi limitati. Dovete apprendere da affermazioni autorevoli. Questo si chiama Veda. Veda significa conoscenza perfetta e se voi studiate i Veda, otterrete una perfetta conoscenza di ogni cosa. E qui nella Bhagavad-gita c’è la crema della conoscenza vedica. Se leggerete con attenzione la Bhagavad-gita, otterrete la conoscenza perfetta.
Qui Krsna parla della Sua espansione impersonale. Non potete vedere Dio in persona in questa espansione. A volte le persone chiedono stupidamente: “Puoi mostrarmi Dio?” Dio è qui. Dovete qualificare i vostri occhi per vederLo. Per esempio Dio è qui nel tempio, ma qualcuno pensa: “Questo non è Dio. Questa è una statua o un idolo. Stanno adorando un idolo.” Supponiamo che sia un idolo, se Dio è ovunque, perché non dovrebbe essere nell’idolo? Qual è il problema? Se Dio è ovunque, perché non dovrebbe essere nell’idolo? Dio ha questo potere e in realtà questo non è un idolo. Questa è energia di Dio.

Le Tre Energie di Dio

Lo stesso esempio: lo splendore del sole è ovunque. Perciò, in origine, questo splendore è la causa di tutto. Allo stesso modo, l’effulgenza di Dio è anche la causa delle cose materiali, come viene spiegato nel settimo capitolo della Bhagavad-gita. Le energie di Dio sono sintetizzate in tre: energia esterna, energia interna e energia marginale. L’energia esterna è questa manifestazione materiale. Allo stesso modo esiste un’energia interna che manifesta il mondo spirituale. E tra queste due, c’è un’altra energia, chiamata marginale, tatastha.
Noi esseri viventi apparteniamo all’energia marginale. Questo significa che possiamo vivere sia in questa energia esterna sia in quella interna. Attualmente viviamo nell’energia esterna, ma anch’essa è un’energia di Krsna, di Dio. Essa non è diversa da Lui. Noi veniamo catturati dall’energia esterna, ma essa non è permanente. L’energia interna è permanente. Il mondo spirituale è permanente e anche noi lo siamo.
Il movimento per la coscienza di Krsna si propone di portare una persona dall’energia esterna a quella interna. Questo è lo scopo di tutta la letteratura vedica. VedaiS ca sarvair aham eva vedyah (Bhagavad-gita 15.15). Comprendere Dio e tornare a casa da Lui è la perfezione della vita. Qui siamo nell’energia di Dio, non c’è dubbio. Mat-sthani sarva-bhutani. “Tutti gli esseri viventi sono in Me.” Bhutani significa tutti gli esseri viventi, tutto quello che si è sviluppato: gli alberi, le piante, le colline, l’oceano, il cielo, tutto riposa nell’energia di Dio.
Na caham tesv avasthitah: “Io non sono in loro.” Questo non è panteismo. I panteisti pensano: “Se Dio pervade tutto, allora qualunque cosa adoro, sto adorando Dio.” No. Krsna dice: “No, non potete ragionare in questo modo.”
Lo stesso esempio: lo splendore del sole non è differente dal sole, ma il fatto che questo splendore sia entrato nella vostra stanza non significa che ci sia entrato il sole. Se cercate di capire, allora comprenderete che Dio è ovunque, ma tuttavia Egli non è dovunque. Questa è la Sua inconcepibile potenza.
Perciò se vogliamo adorare Dio, dobbiamo adorare il Suo nome, la Sua forma, le Sue qualità, i Suoi passatempi e così via. Allora realizzeremo che Dio è una persona, l’Essere Supremo, e che ha tutte le tendenze che noi abbiamo. Poiché siamo parti integranti di Dio possiamo esaminare la personalità di Dio dalla nostra personalità, proprio come possiamo studiare il padre dalle caratteristiche del figlio. Questo è un esempio grossolano. Qualunque siano le tendenze che abbiamo, da dove provengono? Provengono da Dio.
Perciò nel Vedanta-sutra (1.1.1) viene detto, janmady asya yatah: “Tutto emana da Dio.” Dio è la sorgente originale di tutto. Quindi studiando noi stessi possiamo studiare la natura di Dio. La differenza è soltanto che Egli è immensamente grande, il più grande e che noi siamo piccole particelle, ma le qualità sono le stesse. Considerate una goccia d’acqua dell’oceano. La sua composizione chimica è la stessa dell’oceano. Il sapore è lo stesso. Allo stesso modo, noi siamo un piccolo campione di Dio, ma Dio è grande. Questa è la differenza tra un essere vivente e Dio.
Se comprenderemo questa filosofia, non sarà difficile capire Dio e allora potremo ristabilire la nostra originale relazione con Lui. E se agiremo conseguentemente, la nostra vita sarà un successo.
Vi ringrazio moltissimo.

La Religione Eterna
Un grande maestro della linea Gaudiya Vaisnava illustra l’immutabile natura dell’anima.
di Srila Bhaktivinoda Thakura
Nella forma di un racconto intitolato Jaiva-dharma, Srila Bhaktivinoda Thakura (si veda l’inserto: Notizie sull’autore) illustra in modo dettagliato la filosofia della coscienza di Krsna. Quanto segue è stato estratto dal primo capitolo intitolato: “Nitya-dharma, la natura eterna dell’essere vivente e Naimittika-dharma, i suoi doveri religiosi temporanei.” Tradotto dal bengali da Sarvabhavana Dasa.

Sannyasi Thakura: “Caro maestro! Ovunque sono stato ho ascoltato i pandita esporre l’importanza del dharma, il dovere religioso e, ogni volta, mi sono sempre chiesto che cosa sia veramente il dharma. Il fatto negativo, però, è che tutte le risposte che ho ricevuto sono diverse e contraddittorie. Perciò ora da te vorrei sapere – qual è il vero dharma dell’essere umano. Perché ogni maestro delle diverse religioni predica la sua particolare definizione di dharma, come se la sua fosse l’unica vera religione? Se davvero c’è un unico dharma, allora perché ci sono diverse guide religiose che non concordano tra loro e pertanto ognuno segue il proprio percorso spirituale?”

Babaji Maharaja iniziò a parlare con pacatezza mentre nella sua mente adorava i piedi di loto di Sri Caitanya Mahaprabhu. “O uomo fortunato! Ascolta con attenzione mentre ti spiego la vera religione dell’uomo, il suo nitya-dharma. Le caratteristiche naturali di un vastu, entità o sostanza eterna, sono collegate al suo ghatana, la sua costituzione intrinseca. Per la misericordia di Sri Krsna un vastu, una volta creato, possiede intrinsecamente una natura permanente – conosciuta come il suo dharma. Quindi la natura intrinseca del vastu è il nitya-dharma.
“La forza delle circostanze o il contatto con altre sostanze può però trasformare apparentemente il carattere originale del vastu. Con il passare del tempo, quando questa caratteristica trasformata diventa stabile, appare come una qualità permanente del vastu – solo apparentemente, però, stante la sua natura genuina, originale, eterna ed immanente. Tuttavia questa nuova caratteristica distorta non è la vera svabhava, la sua natura intrinseca. In realtà questa nuova caratteristica viene definita nisarga, una condizione naturale solo apparentemente. Apparendo come eterna, nisarga usurpa la vera svabhava del vastu.
“Prendiamo per esempio in esame l’acqua. La sua natura intrinseca è di essere liquida. Quando però l’acqua si trasforma in ghiaccio, la sua nuova natura è quella di un corpo solido – la sua nisarga. Nisarga è una condizione temporanea che viene portata in essere da un agente catalizzatore. Quando questo agente viene rimosso, anche la falsa nisarga temporanea scompare; al contrario la vera natura intrinseca viene mantenuta eternamente. Anche se il vastu subisce una trasformazione apparente, il nitya-dharma rimane la sua natura intrinseca, latente all’interno del vastu apparentemente cambiato e con il miglioramento delle circostanze estranee, nel tempo, il nitya-dharma certamente si riaffermerà.
“La natura intrinseca, la svabhava, è la religione eterna di un vastu – il nitya-dharma. Al contrario, la natura assunta dal vastu – la nisarga – è la sua natura temporanea o naimittika-dharma. Colui che possiede vastu-jnana, la conoscenza della Realtà Assoluta, può distinguere tra nitya-dharma e naimittika-dharma, che prende la forma di un adempimento religioso materiale temporaneo. Senza questa conoscenza una persona può però ritenere, a torto, la nisarga temporanea e la conseguente naimittika-dharma come se fossero il nitya-dharma.
Sannyasi Thakura allora chiese: “Per gentilezza, puoi chiarire ulteriormente le definizioni di vastu e svabhava?”
Babaji Maharaja rispose: “La parola sanscrita vastu deriva dalla radice vas – che significa ‘esistere’ o ‘abitare’ – unita e trasformata in sostantivo dal suffisso tu. Perciò, vastu significa ‘ciò che esiste’ essendo manifestato e percepibile.’ Vastu è di due tipi: vastava-vastu e avastava-vastu. Vastava-vastu è la verità trascendentale –?l’eterna sostanza spirituale. Avastava-vastu è la materia – oggetti temporanei inerti, che hanno solo un’apparenza illusoria della vera realtà eterna. L’esistenza del vastava-vastu è assoluta realtà trascendentale in cui gli attributi manifestati sono un dispiegarsi della vera natura intrinseca – il nitya-dharma.
La jiva è un elemento del trascendentale vastava-vastu e la sua natura intrinseca è il suo nitya-dharma, caratteristica permanente e intrinseca.
“E’ una questione di percezione. La percezione del dharma intrinseco è a volte precisa ed altre volte illusoria. L’affermazione dello Srimad-Bhagavatam (1.1.2) : .. vedyam vastavam atra vastu Sivadam ... ‘Questa verità suprema è la pura realtà distinta dall’illusione per il bene di tutti,’ ci assicura che il vastava-vastu indica sicuramente la verità spirituale trascendente. In definitiva, solo la Persona Suprema è questo vastava-vastu, la vera sostanza permanente. La jiva è una frazione di questo vastava-vastu e maya – l’eterna potenza che produce illusione – è la Sua energia. Perciò vastu indica il Signore Supremo, la jiva e maya – tutti e tre i principi insieme. L’appropriata comprensione delle relazioni tra questi principi è detta Sudda-jnana, la vera conoscenza.
“Ci sono differenti concezioni di questi tre principi, ma quasi tutte sono illusorie e materiali. Per esempio, secondo la scuola di pensiero VaiSesika, le argomentazioni e le classificazioni dei dravya, oggetti, e i loro guna, qualità, sono completamente basate sul loro avastava-vastu, natura temporanea.”
Sannyasi Thakura continuò: “Maestro, vorrei avere una migliore comprensione di questo argomento.”
Babaji Maharaja rispose:
“Srila Krsnadasa Kaviraja è la più elevata delle persone sante che ha ricevuto la misericordia direttamente da Sri Nityananda. Una volta mi mostrò un testo scritto a mano, dal titolo Sri Caitanya-caritamrta, che contiene le definizioni di Sri Caitanya su questo argomento.

Nella Sri Caitanya-caritamrta, Madhya-lila, capitolo 20, versi 108 e 117 c’è la seguente affermazione:


jivera ‘svarupa’ haya-krsnera‘nitya-dasa’
krsnera ‘tatastha-Sakti’ ‘bhedabheda-prakaSa’

“‘Il nitya-dharma della jiva è di essere un eterno servitore di Krsna in quanto è la tatastha-Sakti, l’energia marginale di Krsna simultaneamente uguale e differente dal Signore.’

krsna bhuli’ sei jiva anadi-bahirmukha
ataeva maya tare deya samsara duhkha

“‘Dimenticando Krsna, da tempo immemorabile l’essere individuale si è lasciato attrarre dall’energia esterna. Perciò l’energia illusoria (maya) gli infligge ogni genere di sofferenza nel corso della sua esistenza materiale.’
“Sri Krsna è cit-vastu, l’entità spirituale completa e assoluta. Nel descriverLo molte persone usano l’analogia del sole: Egli è l’unico sole del mondo spirituale e le jiva sono le innumerevoli particelle dei suoi raggi. La jiva è una parte infinitesimale di Sri Krsna e sarebbe un confronto inesatto paragonare la jiva ad una roccia che è una parte minuscola di una montagna gigantesca, perché gli innumerevoli milioni di jiva che emanano da Sri Krsna in nessun modo incidono o diminuiscono l’assoluta completezza del Signore. Perciò i Veda paragonano il Signore Supremo ad un fuoco e le jiva alle sue minuscole scintille.
“In verità, nessun paragone è pienamente appropriato. Sia che la jiva venga descritta come una minuscola particella di un fuoco o di un raggio di sole o come un granello d’oro di una miniera d’oro, nessuno di questi paragoni in realtà è perfetto. Tuttavia, se si riesce a guardare oltre l’imperfezione materiale di queste analogie, allora la reale verità sulla jiva sarà chiaramente definita: Sri Krsna è l’infinita sostanza spirituale, mentre la jiva ne è parte integrante, infinitesimale e perciò anch’essa spirituale. Sri Krsna e la jiva qualitativamente sono uguali condividendo la stessa natura spirituale.
“Il Signore Supremo però è brhat-cit-vastu, l’entità spirituale completa e infinita, mentre la jiva è anu-cit-vastu, l’entità spirituale
infinitesimale, parte integrante del Signore. Sebbene essi siano uno come qualità della loro natura spirituale e della loro coscienza, questa differenza di quantità tra il Signore e la jiva è una caratteristica permanente delle loro nature. Perciò, Sri Krsna è l’eterno maestro della jiva e la jiva è l’eterna servitrice di Sri Krsna. Questa è la loro naturale relazione costituzionale. Krsna è il supremo reggitore e osservatore; la jiva è guidata e osservata. Krsna è l’onnipotente Supremo Controllore e la potenza della jiva è dipendente e controllata. Krsna è la completa interezza; la jiva è una minuscola particella. Con la sua opulenza infinitamente superiore, Sri Krsna è la persona che tutto attrae e quindi attrae tutte le jiva a Sé. Quindi per la jiva è naturale far parte della Krsna-dasya, eterno servizio a Krsna, essendo questa la svabhava della jiva e perciò il suo dharma.
“Sri Krsna possiede illimitate energie. Per esempio, per manifestare il mondo spirituale, il Signore dispiega la Sua antaranga-Sakti, che è la Sua purna-Sakti, la Sua completa potenza interna. Allo stesso modo, per creare le jiva e svolgere tutte le altre funzioni inerenti all’organizzazione di questo universo materiale imperfetto, Egli usa un’altra delle Sue energie, la tatastha-Sakti. Per natura, l’energia materiale e quella spirituale sono diametralmente opposte e pertanto incompatibili. La tatastha-Sakti crea però un’entità che può interagire sia con la natura materiale sia con quella spirituale.
“La tata-rekha, la linea di confine tra l’acqua di un fiume e la sua sponda è sia acqua che terra essendo localizzata dove queste

due s’incontrano. Poiché in questo caso, la divina tatastha-Sakti è situata al confine tra materia e spirito, essa mostra le caratteristiche della materia e dello spirito – è un unico principio che tuttavia appare in due nature. La jiva è una scintilla spirituale appartenente alla più elevata natura spirituale, tuttavia facendo parte della divina tatastha-Sakti essa ha una natura che la rende capace di relazionare con l’energia materiale mondana e di essere sempre soggetta a cadere sotto la sua influenza. In questo modo, da una parte, la jiva non può essere pienamente simile alla pura natura spirituale, che è trascendente alle influenze della natura materiale e completamente al di là di essa. D’altra parte, però, la jiva non può essere definita come materiale dato che, per la sua intrinseca costituzione, essa è spirituale. Quindi, essendo un’entità con caratteristiche innate diverse sia dalla materia sia dal puro spirito, la jiva viene designata separatamente come jiva-tattva, il principio della jiva. Conseguentemente si deve accettare l’eterna distinzione che esiste tra il Signore Supremo e la jiva.
“Bhagavan, l’ISvara, è il maestro supremo e il controllore di maya, che è completamente soggetta alla Sua volontà. Al contrario, la jiva è soggetta a cadere sotto l’influenza di maya; ad ogni momento la jiva può essere obbligata a sottomettersi agli ordini di maya. Perciò, tutti questi tre principi – iSvara, jiva e maya – sono realtà eterne distinte l’una dall’altra.
Tra di esse, il Signore Supremo è descritto nella Sri Kathopanisad, 2.2.13:

nityo nityanam cetanas cetananam

“Il Signore Supremo è la sola suprema entità eterna tra tutte le entità eterne e il fondamentale essere cosciente tra tutti gli esseri coscienti.’
“Perciò, Sri Krsna viene definito come l’eterna causa ultima di tutte e tre le entità – iSvara, jiva e maya. La jiva è costituzionalmente l’eterna servitrice di Krsna e la diretta manifestazione della Sua tatastha-Sakti. Da questa analisi, possiamo dedurre che la jiva è la manifestazione bhedabheda prakaSa di Bhagavan, simultaneamente una e distinta dalla Persona Suprema, Sri Krsna. La jiva può essere soggetta al dominio di maya, mentre il Signore Supremo ne è l’eterno controllore – quindi esiste una differenza eterna tra la jiva e Sri Krsna. La jiva è una delle energie divine del Signore Supremo; perciò la sua natura costituzionale è spirituale, proprio come il Signore Supremo è intrinsecamente spirituale. Sotto questo profilo, la jiva e il Signore Supremo non sono differenti. La jiva e il Signore Supremo però sono simultaneamente non differenti e differenti. E l’aspetto dell’eterna differenza può apparire predominante.
“Servire Sri Krsna è il nitya-dharma della jiva e quando essa in un modo o nell’altro si allontana da Krsna, questo cambio di attitudine equivale a rifiutare il Signore e il servizio a Lui. Quando questo accade, la jiva, a causa della sua negligente ignoranza e della conseguente dimenticanza del Signore Supremo, cade sotto il dominio di maya. Inoltre, dopo l’ingresso nel mondo materiale, la jiva non porta con sé nessuna traccia storica di questa caduta poiché essa si origina fuori del dominio del tempo materiale, giustificando così l’uso della frase anadibahirmukha, senza principio – in termini di tempo materiale – presa dal mondo spirituale.
“Servire Krsna è il nitya-dharma della jiva e nel momento in cui essa trascura e dimentica questa verità la sua natura eterna viene degradata e progressivamente resa schiava da maya. A contatto con maya essa sviluppa una natura mondana, la sua nisarga, aprendo la strada al naimittika-dharma costituito dai temporanei doveri religiosi dovuti al contatto materiale. Nitya-dharma, l’eterna attività religiosa che nasce dalla natura intima della jiva è completa e pura in se stessa – essa è costante e perfetta. Naimittika-dharma, al contrario, appare in molte forme diverse a seconda delle variabili circostanze materiali e quando si manifesta tra persone poco illuminate che hanno opinioni contrastanti.” Improvvisamente, Babaji Maharaja smise di parlare e cominciò a cantare sulla sua corona. Sannyasi Thakura, che aveva ascoltato con interesse tutta la spiegazione, offrì i suoi omaggi inchinandosi davanti a Babaji Maharaja e disse: “Maestro, oggi mediterò sui tuoi insegnamenti esoterici. Domani ritornerò con qualsiasi domanda possa avere da farti e la esporrò ai tuoi piedi
di loto.”

Sarvabhavana Dasa (il traduttore), nato a Calcutta, fu iniziato nel 1975 da Srila Prabhupada che gli suggerì di tradurre in inglese le opere della linea Gaudiya Vaisnava. Ha tradotto: Sri SikSastaka, Sri Harinama-cintamani, Sri Manah SikSa, Sri DaSa-mulatattva e Sri Caitanya-bhagavata.

I D I A L O G H I D I S R I L A P R A B H U P A D A
Mangiare la carne
e La Legge della Natura

Questa conversazione tra Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada ed alcuni ospiti si svolse nel tempio Hare Krsna di Los Angeles nel dicembre del 1968.

Ospite: Se l’uomo non mangiasse gli animali questi probabilmente morirebbero di fame o di qualcosa di simile.
Srila Prabhupada: Perché ti preoccupi così tanto degli animali che muoiono di fame? Preoccupati di te. Non essere così altruista – “Oh moriranno di fame. Mangiamoli.” Perché questo altruismo? Krsna fornisce loro il cibo. Se un animale muore di fame, Krsna ne è responsabile. Nessuno muore di fame. Questa è una teoria falsa. Avete mai visto degli animali morire di fame? Avete fatto quest’esperienza? Avete visto degli uccelli morire di fame? Nel regno di Dio non c’è il problema di morire di fame. Elaboriamo queste teorie per soddisfare i nostri sensi... Ci sono milioni di elefanti nella giungla africana e in quella indiana che ogni volta per mangiare hanno bisogno di mezzo quintale di cibo. Chi procura loro il cibo? Perciò non c’è il problema di morire di fame nel regno di Dio. La morte per fame è riservata al cosiddetto uomo civilizzato.
Ospite: Se l’uomo non fosse fatto per mangiare la carne, perché gli altri animali in natura uccidono per la carne?
Srila Prabhupada: Tu sei un “altro animale”?
Ospite: Sì, siamo tutti animali.
Srila Prabhupada: Ti consideri un animale? Ti classifichi tra gli animali?
Ospite: Sì, siamo tutti animali...
Srila Prabhupada: No, non tutti. Tu forse lo sei, ma noi no. Ti piace essere classificato tra gli animali?
Ospite: Non mi sento migliore degli animali. Rispetto tutte le creature di Dio.
Srila Prabhupada: Hai rispetto per tutte le creature e poi uccidi gli animali?
Ospite: Sì, – se l’uomo non è fatto per mangiare la carne – perché in natura gli animali si mangiano l’un l’altro?
Srila Prabhupada: Quando gli animali mangiano la carne, seguono la legge della natura. Quando tu mangi la carne infrangi questa legge.
Ospite: Cosa?
Srila Prabhupada: Per esempio la tigre non verrà mai a cercare i cereali. “Oh, voi avete molto grano, datemene un po’.” No. Anche se ci sono centinaia di sacchi di grano, non gliene importa, ma assalirà un altro animale. Questo è il suo istinto naturale. Ma perché tu mangi cereali, frutta, latte, carne e tutto quello che puoi avere? Che cosa significa questo? Non sei né un animale, né un essere umano. Stai usando male la tua forma umana. Dovresti pensare: “Quale cibo posso mangiare?”
Una tigre mangia la carne – è una tigre, ma io non sono una tigre, sono un essere umano. Se ho abbastanza cereali, frutta, verdura e altre cose che Dio mi ha dato, perché dovrei uccidere un povero animale? Questa riflessione è degna di un essere umano.
Tu sei un animale e in più un essere umano. Se dimentichi di essere un uomo, allora sei un animale. (Un breve silenzio.) Pertanto non siamo semplicemente degli animali. Siamo animali e in più esseri umani. Se potenzieremo le nostre qualità di esseri umani, la nostra vita sarà perfetta. Se invece rimarremo a livello di animali, la nostra vita non sarà perfetta. Dobbiamo migliorare la nostra coscienza di esseri umani – questa è la coscienza di Krsna. Se potete vivere bene, tranquilli e in buona salute mangiando una grande varietà di cibi che ci sono dati da Krsna, perché dovreste uccidere gli animali?
Oltre a ciò, da un punto di vista scientifico, i vostri denti sono fatti per mangiare vegetali. La tigre ha i denti per mangiare la carne. La natura glieli ha fatti così. La tigre deve uccidere un altro animale; perciò ha unghie, denti e molta forza. Voi invece non avete tutta quella forza. Non potete uccidere una mucca così – piombandole addosso come una tigre. Dovete costruire un mattatoio e starvene a casa... Se qualcun altro macella la mucca, potete mangiare bene... Che cosa significa questo? Fate come la tigre! Saltate addosso a una mucca e mangiatela! Ma non potete farlo.
Ospite: Allora tu non credi nella legge della natura. Io credo che la legge della natura si applichi a tutti nello stesso modo.
Srila Prabhupada: La tigre, per legge di natura, è fatta così, perciò può farlo. Voi non potete farlo – la vostra natura è differente. Voi potete discriminare, voi avete coscienza, dite di esseri uomini civili – allora dovreste utilizzare tutto questo. Questa è la coscienza di Krsna, coscienza perfetta. La forma umana è fatta per elevarsi alla perfezione della coscienza e questa è la coscienza di Krsna. Non possiamo rimanere al livello di coscienza di una tigre. Questo non è da esseri umani.
Un altro ospite: Siamo caduti da un livello più elevato ad uno più basso o proveniamo dalle piante e dagli animali?
Srila Prabhupada: Sì, naturalmente siete caduti da un livello più elevato ad uno più basso – dal mondo spirituale a quello materiale e poi più giù verso le forme inferiori. Poi siete progrediti e avete preso nuovamente la forma umana. Se userete la parte più elevata della vostra coscienza, andrete verso forme ancora più elevate: andrete da Dio. Se invece non utilizzerete questa vostra coscienza più elevata, ritornerete in forme inferiori. Perciò non cadete in errore. Dedicatevi alla coscienza di Dio, alla coscienza di Krsna. Questo sarà l’uso perfetto di questa forma di vita umana.
Altrimenti, se indulgiamo nel mangiare carne, come una tigre, nella nostra prossima vita potremo avere il corpo di una tigre. Quale ne sarà il vantaggio? Supponete che nella mia prossima vita io diventi una tigre fortissima. Sarà un ottimo avanzamento? Conoscete la vita di una tigre? Non può neanche mangiare tutti i giorni. Assalta un animale e lo tiene nascosto e per un mese mangia carne in decomposizione – perché non sempre ha l’occasione di uccidere un animale. Dio non gli dà questa occasione. È naturale: nella giungla ovunque ci sia una tigre, gli altri animali fuggono. Autodifesa. Per cui solo in rare occasioni, quando la tigre ha troppa fame, Dio le dà l’occasione di uccidere un altro animale. Una tigre non può avere molti piatti appetitosi tutti i giorni. È solo nella forma umana che abbiamo tutte queste facilitazioni. Se però ne facciamo un cattivo uso, allora... si torna alla vita di tigre. Sarete molto forti, con tutta la capacità di assalire gli animali.

IN MEMORIAM
Sua Santità Sripada Bhaktisvarupa Damodara Swami ha lasciato questo mondo nel santo giorno di Vijaya DaSami, il 2 ottobre 2006. Srila Sripada (“colui che dà Krsna”), come veniva affettuosamente chiamato, era nato a Manipur in India in una famiglia Gaudiya Vaisnava. Era un naistika brahmacari (celibe per tutta la vita) cresciuto nell’ambiente culturale di Manipuri, che è fortemente concentrato sui rasa-lila, gli intimi passatempi di Krsna con le sue amiche pastorelle. Srila Sripada era conosciuto come un discepolo molto caro a Srila Prabhupada che era sempre felice della sua presenza.
Srila Sripada conseguì il dottorato in chimica fisica organica presso la University of California ad Irvine. Per la sua preparazione scientifica e la sua appartenenza alla tradizione Vaisnava, Srila Prabhupada gli chiese di impegnare il Bhaktivedanta Institute a fare presentazioni su base scientifica della coscienza di Krsna. Il Metanexus Institute, la più grande organizzazione spirituale scientifica del mondo, lo riteneva uno dei pensatori preminenti a livello mondiale nel campo della scienza e della religione. Egli ha anche fondato il Ranganiketan Manipuri Cultural Arts Troupe per presentazioni a carattere culturale della coscienza di Krsna, seguendo le istruzioni ricevute da Srila Prabhupada. Srila Sripada era anche membro del consiglio mondiale di “The United Religions Initiative”, la più grande organizzazione interreligiosa del mondo.
Ha lasciato questo mondo meditando sui rasa-lila di Sri Krsna. Le scritture ci dicono che colui che lascia il corpo in questo stato di coscienza è adatto ad entrare nei passatempi del Signore. Il suo corpo santo è stato sepolto nel luogo più sacro di Sri Radha-kund in India.
Nel prossimo numero di Ritorno a Krishna apparirà un articolo speciale sulla sua vita.


L'importanza della Sri ISopanisad
Srila Prabhupada ha scelto come uno dei primi libri da tradurre un testo originale accettato da tutte le categorie di eruditi vedici.
di Satyarhja Dhsa
Fra tutti i libri di Srila Prabhupada la Sri ISopanisad occupa una posizione speciale. Essa si colloca tra le sue opere più importanti: la Bhagavad-gita, lo Srimad-Bhagavatam, la Caitanya-caritamrta e il Nettare della devozione. All’interno del più ampio contesto dell’erudizione vedica che si riflette nella maggior parte delle diramazioni dell’induismo di oggi, la Sri ISopanisad gode però di una posizione particolare. Essa proviene da quella categoria di testi nota come Sruti.
In genere Sruti indica i quattro Veda originali e la letteratura aggiuntiva delle Upanisad. Anche la tradizione vedica onora questi testi come rivelazione data al mondo direttamente da Dio. In aggiunta esiste un’altra categoria di letteratura, nota come smrti, cioè “quello che viene ricordato”. I Vaisnava considerano questi testi uguali alla Sruti sotto ogni aspetto. In effetti, la smrti viene tradizionalmente vista come la parte interiore della Sruti, senza cui l’altra resta praticamente indecifrabile.
I testi sacri compresi in generale nella categoria smrti sono i racconti epici (Mahabharata e Ramayana) e i Purana, che fra i testi Sruti sono noti come “il quinto Veda” (vedasi per esempio, la Chandogya Upanisad 7.1.4 e la Brhad-aranyaka Upanisad 2.4.10). In effetti, poiché la Bhagavad-gita contiene le parole pronunciate direttamente da Krsna, Dio, e lo Srimad-Bhagavatam è dedicato completamente ai passatempi intimi di Sri Krsna, i veri conoscitori della saggezza vedica li considerano come Sruti nel senso più profondo della parola.
Tuttavia, alcuni eruditi vedici negano che i racconti epici e i Purana siano Sruti. Nanda Misra, commentando il Siddhanta-darpana di Sri Baladeva Vidyabhusana, scrive: “Alcuni filosofi, che non approvano le affermazioni sulla devozione a Visnu contenute nei racconti epici e nei Purana cercano di affermare che questi testi non sono identici ai Veda.” Questo accade a causa di una suddivisione delle scritture di tipo tecnico, che poco incide sulla vita di coloro che praticano. Prabhupada, naturalmente, conosceva questi aspetti tecnici e indirettamente la sua Sri ISopanisad affronta il problema sostenendo la coscienza di Krsna con un testo che tutti gli eruditi vedici accettano come Sruti. Questa strategia di usare le evidenze “vediche” si ricollega ai maggiori maestri della coscienza di Krsna della storia, come Jiva Gosvami e Baladeva Vidyabhusana e Prabhupada seguiva semplicemente la loro guida. Per questa ragione all’inizio degli anni sessanta prima di aver formalmente fondato la ISKCON, Prabhupada aveva pubblicato a puntate il suo manoscritto della Sri ISopanisad sulla rivista Back to Godhead. Fu uno dei primi libri che pubblicò dopo esser venuto in occidente. Propose perfino che la sua lezione del 1969 (“Cosa sono i Veda?) venisse usata come introduzione al libro e questo sottolinea l’importanza della posizione della ISopanisad nella letteratura vedica. Oggi è questa l’introduzione che accompagna la Sri Isopanisad.

La Sri ISopanisad è il quarto (ultimo) capitolo dello Sukla Yajur Veda ed è composta di 18 mantra in lingua sanscrita. Tutti gli elenchi delle più importanti Upanisad iniziano citando quest’opera. Come Prabhupada scrive: “A proposito delle Upanisad le undici qui sotto riportate sono considerate le più importanti: ISa, Kena, Katha, PraSna, Mundaka, Mandukya, Taittiriya, Aitareya, Chandogya, Brhad-aranyaka e SvetaSvatara. Comunque, nella Muktikopanisad versi 30-39, c’è una descrizione delle 108 Upanisad.” (Caitanya-caritamrta, Adi-lila 7.108, spiegazione). Quindi, perfino tra le Upanisad, la Sri ISopanisad è considerata tra le più importanti.

Vi sono altre ragioni della posizione preminente di quest’opera che sono state chiarite nei primi commentari del Vedanta DeSika della scuola Vaisnava di Ramanuja ed anche in quella di Madhva, il grande maestro che è all’inizio della successione disciplica Hare Krsna. Molto semplicemente la ISopanisad (ISa-Upanisad) è dedicata a ISa o ISvara, “il Controllore Supremo”, Dio.
La parola upanisad significa “sedere vicino”. Mentre la maggior parte delle altre Upanisad sono in qualche modo vaghe sulla natura della Verità Assoluta, la Sri ISopanisad contiene la conoscenza che avvicina una persona al Signore Supremo, Krsna.” Il libro, con metodo, porta i suoi lettori da un impersonale comprensione di Dio alla consapevolezza del Suo aspetto personale supremo onnipervadente.

Prabhupada ci dice che secondo la Sri ISopanisad “la Verità Suprema Assoluta è eternamente impersonale e personale allo stesso tempo, ma il Suo aspetto personale è più importante di quello impersonale.” (Insegnamenti di Sri Caitanya, capitolo 24)

Per maggior chiarezza la Sri ISopanisad, nel Mantra dodici, ammonisce contro le concezioni impersonali di Dio: “Coloro che rendono culto agli esseri celesti precipitano nelle più tenebrose regioni dell’ignoranza; ma più terribile ancora è il destino di chi adora l’Assoluto impersonale.” I commentatori Vaisnava dicono che gli impersonalisti cadranno in uno stato di coscienza infernale poiché negano che Dio possa avere caratteristiche personali e in questo è implicito che essi hanno qualcosa che Dio non ha. I nostri piaceri più intensi derivano dalle esperienze sensuali e a Dio non si può negare questo genere di piacere. Egli vede, sente, parla e ama. In breve, Egli può sperimentare le cose come facciamo noi, ma senza le imperfezioni connesse con una natura temporanea e limitata.
La ISopanisad inoltre c’informa che la caratteristica impersonale di Dio è essenzialmente un’abbagliante luce bianca, puramente spirituale che avvolge completamente coloro che la incontrano. E’ l’effulgenza del corpo di Dio, che può essere accecante impedendo a chi la vede l’accesso alla forma personale che ne è la base. Il Mantra quindici afferma: “O mio Signore, sostegno della vita, il Tuo fulgore mi abbaglia e nasconde il Tuo vero volto. Togli, Ti prego, questo velo e rivelaTi al Tuo puro devoto.” Nel Mantra sedici leggiamo: “O mio Signore, o filosofo primordiale, sostegno dell’universo e principio ordinatore, Tu che sei la destinazione e il benefattore degli antenati dell’umanità, rimuovi, Ti prego, la radiosità dei Tuoi raggi trascendentali affinché io possa vedere la Tua forma di felicità. Tu sei Dio, la Persona Suprema ed eterna, simile al sole come anch’io lo sono.”
Per i Vaisnava dunque l’aspetto impersonale del Signore è, in un certo senso, la Sua caratteristica meno desiderabile. Questo non solo perché è privo delle caratteristiche personali che consentono di avere una relazione intima con il Signore, ma anche perché può interferire con la possibilità di relazionare con la forma di Dio, come detto prima.
Riassumendo: la traduzione con commento della Sri ISopanisad di Srila Prabhupada realizza molti intenti. Per arrivare a conclusioni coscienti di Krsna, usa un testo tradizionale accettato da tutte le categorie dell’erudizione vedica. Inoltre, essa metodicamente porta i suoi lettori dal concetto impersonale dell’Assoluto alla consapevolezza della Persona Suprema, ma al di là di tutto questo ci offre una definitiva saggezza spirituale in una forma accessibile, che costituisce il pregio di tutti i libri di Srila Prabupada.

Satyaraja Dasa, discepolo di Srila Prabhupada è un redattore esterno di BTG.Ha scritto più di venti libri. Vive con sua moglie e sua figlia vicino a New York City.



Un Riassunto della Sr? Isopanisad
Introduzione di Srila Prabhupada

Stabilisce le limitazioni e le imperfezioni delle anime condizionate e illustra la dimensione più elevata della realtà dei Veda.

Sezione Uno: Invocazione,
mantra 1 e 2

Dio, la Persona Suprema, è perfetta e completa e perciò lo è anche la Sua creazione. Egli ha creato situazioni perfette per tutti gli esseri viventi e se noi impariamo a vivere in accordo alle Sue disposizioni, vivremo felici a livello spirituale pur essendo nel mondo materiale.

Sezione Due: Mantra 3

Coloro che fanno un cattivo uso dell’opportunità offerta dalla forma di vita umana hanno un futuro molto oscuro.

Sezione Tre: Mantra 4-8

Il Signore Supremo è la Persona Suprema e possiede caratteristiche uniche. In Lui si risolvono tutte le contraddizioni. I puri devoti vedono tutto e tutti in relazione a Lui e pertanto sono sulla piattaforma trascendentale, liberi da ogni ansietà. Prestando il servizio devozionale in questo stato di coscienza, Lo realizzano direttamente.

Sezione Quattro: Mantra 9-14

Ci sono tipi diversi di non-devoti che sono soggetti a vari tipi di sfortuna. Per fare un avanzamento costante, un devoto deve comprendere sia la meravigliosa natura della vita spirituale sia i difetti della vita materiale. Questa conoscenza culmina nella comprensione della posizione di Sri Krsna come Suprema Verità Assoluta.

Sezione Cinque: Mantra 15-18

Colui che parla chiede con commozione al Signore di togliere l’abbagliante effulgenza del Suo corpo per rivelare la Sua forma personale. Quando il momento della morte si avvicina, il devoto sa di essere lontano dalla perfezione e prega il Signore di essere misericordioso con lui e, nonostante le sue mancanze, di accettarlo come eterno servitore dandogli rifugio ai Suoi piedi di loto.

Quando il Cibo diventa Prasadam?

Seguendo regole appropriate chiunque può trasformare il cibo comune in una sostanza spirituale.
di Uivarhma Swami

Il fenomeno di qualcosa che si trasforma da materiale a spirituale è un fatto straordinario, ma è qualcosa con cui noi, come devoti, siamo a contatto quotidianamente, spesso diverse volte al giorno. Questo accade quando la bhoga (cibo non offerto) diventa prasadam o cibo santificato dal Signore.
Quando ero un neo-devoto a Montreal, organizzammo un programma che doveva svolgersi al campus della McGill University. Il volantino che pubblicizzava il programma diceva: “Davanti ai tuoi occhi vedrai la materia trasformata in spirito.” Certamente questo titolo suscitò l’interesse di molte persone.
Durante il programma, il presidente del tempio nella presentazione trattò questo punto. Alla fine disse: “Va bene, ora sta per accadere. Vedrete lo spirito manifestarsi davanti ai vostri occhi.”
Gli studenti sedevano sul bordo dei loro sedili. Fu portato il piatto con il cibo non offerto, che era quello della festa di quel giorno, e fu messo davanti al quadro del Panca-tattva (Sri Caitanya e i Suoi quattro principali associati). Poi un devoto s’inchinò, suonò la campanella e a bassa voce pronunziò dei mantra. Infine si alzò e dichiarò: “Ecco, abbiamo portato del cibo comune ed ora è stato trasformato in sostanza spirituale.”
E prima che qualcuno potesse metterlo in dubbio, disse: “La prova di questo l’avrete mangiandolo e constatando l’effetto che ha.”
Come Krsna dice, pratyaksavagamam dharmyam: “Il principio della religione si comprende con l’esperienza diretta.” (Bhagavad-gita 9.2), in questo caso, la prova è certamente nel gusto. Coloro che hanno assaggiato il prasadam di Krsna sanno che esso ha un potere straordinario e che mangiarlo costituisce un’esperienza molto diversa dal mangiare cibo che non è stato offerto al Signore con amore e devozione.
Allora quando la bhoga diventa prasadam? Certamente quando viene offerta, ma perché un’offerta abbia successo, deve essere accettata. Quando Krsna accetta quello che Gli offriamo, diventa prasadam. La parola prasadam significa “misericordia” e nella Bhagavad-gita Sri Krsna dice, prasade sarva-duhkhanam hanir asyopajayate: “La misericordia del Signore distrugge tutte le forme di sofferenza.” Perciò, quando mangiamo, (o, come noi diciamo, onoriamo) il prasadam ci sentiamo entusiasti. Il prasadam distrugge le conseguenze delle nostre attività peccaminose passate. Rupa Gosvami dice che esso ci fa sentire “molto fortunati”.
E che cosa in realtà viene accettato? E’ il cibo stesso?
Krsna nella Bhagavad- gita (9.26) afferma:

patram puspam phalam toyam
yo me bhaktya prayacchati
tad aham bhakty-upahrtam
asnami prayatatmanah

“Se qualcuno Mi offre con amore e devozione una foglia, un fiore, un frutto o dell’acqua, accetterò la sua offerta.” Egli dice: “Io accetto la bhakti.” Si può offrire una foglia, un fiore, un frutto, del latte o preparazioni cotte nel ghee, ma è la devozione che porta queste preparazioni a Krsna e che Lo rende incline ad accettarle. La Sri ISopanisad (Mantra 5) dice, tad dure tad v antike: sebbene Krsna sia molto lontano, è anche molto vicino. Per cui ovunque noi siamo quando offriamo qualcosa a Krsna, la devozione Lo porta direttamente da noi.
Non tutte le offerte però sono dello stesso livello; esse dipendono dalla natura del devoto. Anche se ci sono molti modi di classificare i devoti, in questo caso possiamo considerarne tre tipi: interessati, puri, pieni d’amore. Ne consegue che le offerte saranno comprese in una di queste tre categorie.

L’Offerta Interessata

Un’offerta è interessata quando qualcosa viene offerto a Krsna con l’idea che se ne riceverà un beneficio materiale come la liberazione dalle sofferenze materiali: “Se io do questo a Krsna, ne riceverò prosperità, salute e i miei figli faranno buoni matrimoni,” e così via. Oppure qualcuno potrebbe desiderare di liberarsi dalle sofferenze o di guarire da una malattia – questa è un’offerta interessata. Ma anche un’offerta interessata può essere fatta in due modi. Se è fatta attraverso la guru-parampara, la successione di guru, Krsna l’accetterà, perché i puri devoti sono sempre molto misericordiosi e per elevare la coscienza dei devoti che hanno motivazioni interessate essi supplicano Krsna di accettare le loro misere offerte. In altre parole, è la purezza dei devoti della guru-parampara che trasforma le offerte impure in offerte pure. Se però una persona che ha delle motivazioni interessate fa un’offerta a modo suo, non attraverso la guru-parampara, l’offerta non diventa prasadam, ma rimane bhoga. Tuttavia anche questo tipo di offerta ha valore perché la persona pensa: “Almeno offro questo a Krsna.”
Naturalmente, in qualunque modo le persone pensino a Krsna sarà per loro benefico. Akama, sarva-kama, moksa-kama: senza desideri materiali, pieno di desideri materiali o con il desiderio della liberazione. In ciascun caso gradualmente si purificano, ma a meno che Krsna non voglia esercitare una misericordia straordinaria, Egli non accetta cibo offerto con motivazioni di altra natura. Yasyaprasadan na gatih kuto ’pi: “Senza la grazia di un maestro spirituale non si può fare nessun avanzamento spirituale.” (Gurvastaka 8) Krsna non accetterà niente che non sia offerto attraverso la guru-parampara.
Spesso, a proposito di membri della congregazione o neo-devoti che non sono iniziati ma fanno le offerte, viene posta una domanda interessante: le offerte sono prasadam o bhoga? In questo caso dobbiamo considerare il potere della successione disciplica che non è ristretta ai devoti iniziati. Se qualcuno viene istruito ad offrire il cibo da un Vaisnava autorizzato, Krsna accetterà questa offerta. Krsna non rifiuterà il suo approccio sincero perché in effetti questa persona accetta la guru-parampara anche se non ha ancora seguito il processo diksa.

L’Offerta Pura

Il secondo tipo di offerta è l’offerta pura, cioè quando un devoto offre qualcosa a Krsna per farGli cosa gradita. Un devoto non ha motivazioni egoistiche; vuole solo compiacere Krsna. Perciò egli a casa offre il cibo a un quadro, a una divinità o ad una Salagrama-Sila e nel tempio i pujari dal cuore puro cercano di compiacere Gaura-Nitai e Radha-Krsna. Anche in questa categoria ci sono, però, due tipi di offerta: regolata e spontanea. L’offerta regolata è fatta per dovere seguendo tutte le regole e i principi.
Anche l’altra viene fatta dal devoto seguendo le regole, ma per uno spontaneo attaccamento al Signore. Questo devoto prova un certo grado di affetto e il suo pensiero dominante non è quello dell’obbligo: “Lo farò perché queste sono le istruzioni del guru e degli Sastra.” Tuttavia facendo queste offerte secondo le indicazioni del guru e degli Sastra, nei devoti si risveglia la naturale attrazione per Krsna e per l’esecuzione di spontanei atti di devozione dettati dall’affetto. Questo affetto è un po’ diverso dall’amore maturo, l’amore spirituale, ma è sincero. Tuttavia, entrambi questi tipi di offerta pura devono essere fatti attraverso la guru-parampara.
A questo livello anche il prasadam è diverso. Quando si offre qualcosa a Krsna per dovere, Egli l’accetta per dovere. Egli si sente legato dal dovere. Nella Bhagavad-gita (3.24) Krsna dice: “Se Mi astenessi dal compiere i Miei doveri prescritti, tutti questi mondi cadrebbero in rovina.” Krsna agisce per dovere. Krsna però considera che, fra tutti i devoti che si arrendono a Lui, colui che Gli offre qualcosa con affetto Gli è più caro di tutti. Perciò Krsna ricambia la gentilezza e corrisponde con grande affetto verso quel devoto.
Sorge naturale la domanda: ci sono differenti tipi di prasadam? E la risposta è sì. Krsna dice, ye yatha mam prapadyante tams tathaiva bhajami aham: “Nella misura in cui si abbandonano a Me, Io li ricompenso.” (Bg. 4.11) Secondo la quantità e la qualità della devozione con cui si fa l’offerta a Krsna, in proporzione questa offerta diventa prasadam. E’ interessante notare che la capacità di un devoto a gustare il prasadam sarà in proporzione alla sua capacità di offrire il prasadam. In altre parole, i devoti gusteranno la natura spirituale del prasadam nella stessa misura in cui manifesteranno devozione nell’offerta.

L’Offerta Fatta con Amore Puro

Il terzo tipo d’offerta è quella fatta con amore puro. Quando un devoto raggiunge il livello dell’amore devozionale, Krsna accetta direttamente l’offerta dalle sue mani e contraccambia la sua gentilezza. L’amore devozionale è quello espresso dagli eterni associati di Krsna nel mondo spirituale, dove Egli è direttamente impegnato a gustare tutti i tipi d’amore che i Suoi devoti Gli offrono.
Allora cosa c’è di diverso e come fa il prasadam a diventare spirituale? Il cibo appare uguale prima e dopo l’offerta, ma ciò che accade in realtà è che Krsna risponde alla devozione del devoto manifestando la Sua svarupa-Sakti o la Sua daivi-prakrti, la Sua potenza spirituale interna nel grado in cui il devoto Glielo permette. Con la parola “permette” intendo il grado che il devoto vuole o il grado con cui manifesta la qualità e la quantità di servizio devozionale.
Quando Caitanya Mahaprabhu era a Jagannatha Puri e onorò il prasadam di Jagannatha fu sopraffatto dal gusto estatico del prasadam. Egli glorificò il prasadam e poté gustare direttamente la saliva delle labbra di loto di Krsna mista al cibo. Egli continuò a glorificare l’effetto del tocco delle labbra di Krsna.
Questo è ciò che accade quando qualcuno che prova amore devozionale assaggia il cibo offerto a Krsna. E, in questo caso, senza dubbio, la capacità di Caitanya Mahaprabhu di gustare la potenza del prasadam supera quella dei brahmana che lo avevano offerto al Signore Jagannatha. Tuttavia quel prasadam è potenza interna di Krsna, non differente da Krsna e dinamico. Un devoto che ha amore per Krsna può gustare la potenza spirituale presente nel prasadam più di quanto essa si sia manifestata al pujari che aveva fatto l’offerta.
Possiamo considerare anche gli esempi di Prahlada Maharaja e di Mirabai: ad ambedue era stato dato da bere del veleno, ma, grazie al loro grande amore devozionale, il veleno si trasformò in nettare e non ebbe alcun effetto. Perché questo? Perché sia il veleno sia i cibi nutrienti fanno parte della relatività di questo mondo materiale. Ma quando con amore offriamo qualcosa a Krsna, la potenza sac-cit-ananda di Krsna si manifesta in quel cibo. In questo modo il veleno diventa prasadam come accade per un pakora.

L’offerta Delle Nostre Vite

Comunque non dovremmo pensare che “l’offerta” sia solo la bhoga o il cibo che offriamo a Krsna. I devoti fanno un’offerta di tutta la loro vita:

yat karosi yad aSnasi
yaj juhosi dadasi yat
yat tapasyasi kaunteya
tat kurusva mad-arpanam

Krsna dice: “Qualunque cosa tu faccia, qualunque cosa tu mangi sacrifichi od offra in carità, come pure le austerità che compi – offri tutto a Me, o figlio di Kunti.” (Bg. 9.27) In definitiva ogni respiro di un devoto è un’offerta: quando i devoti dormono per mantenere il loro corpo al servizio di Krsna, quel sonno diventa un’offerta al Signore; quando mangiano per mantenere i loro corpi e si mantengono in salute per servire Krsna, questa è un’offerta al Signore; quando ricevono qualcosa – cibo, sapone, denaro – tutte queste cose vengono offerte a Krsna. A New Vraja Dhama (la fattoria della comunità dei devoti in Ungheria) qualsiasi cosa i devoti acquistino o ricevano viene innanzitutto offerta a Radha-Syamasundara, le divinità che presiedono il tempio, su un vassoio posto davanti all’altare. In questo modo la pratica di offrire tutto a Krsna diventa naturale.
Noi dovremmo imparare ad offrire tutto. Ci alziamo presto al mattino e la prima cosa che facciamo è offrire preghiere al Signore. Cantiamo Hare Krsna non come un divertimento, ma come un’offerta per glorificare Krsna. E quando una persona vive in questo modo, in un certo senso l’atto di fare l’offerta diventa non necessario (sebbene il devoto lo faccia per dare l’esempio), perché questi devoti sono sempre assorti nel fare tutto per Krsna. Perciò, yo me bhaktya prayacchati – la bhakti è già lì e Krsna è molto desideroso di riceverla. Infatti Krsna segue i devoti per accettare il loro amore devozionale in ogni momento del giorno, in ogni movimento dei loro corpi e in ogni pensiero che essi manifestano in relazione al loro servizio devozionale a Lui.
In definitiva è quello a cui aspiriamo e questo è quello che fanno i devoti amorevoli: essi vivono per Krsna per cui tutto quello che fanno diventa cosciente di Krsna – diventa prasadam. I pastorelli si sedevano semplicemente vicino a Krsna e mangiavano il cibo che si erano portati – non facevano nessuna offerta a Krsna. Quando offrivano qualcosa a Krsna, lo prendevano dai loro sacchetti e lo mettevano direttamente in bocca a Krsna. O qualche volta mordevano addirittura metà di una pallina dolce e dicevano: “Krsna, senti che gusto meraviglioso ha questa pallina dolce!” mettendo il resto nella bocca di Krsna. Yo me bhaktya prayacchati: non era altro che il loro amore. Gli atti formali e tecnici dell’offerta non sono più importanti perché quello che in realtà Krsna vuole è l’amore e la devozione. Questo è tutto ciò che Lo interessa veramente. E se Madre YaSoda Gli offre il latte del suo seno, le gopi Gli offrono i loro corpi, le mucche Gli offrono il latte, i pastorelli lottano e saltano sulle spalle di Krsna – tutto diventa prasadam perché tutto è un offerta d’amore.
Il nostro compito in coscienza di Krsna perciò è vivere in questo mondo di prasadam e quindi diventare prasadam noi stessi. Questa è la conclusione di Krsna nella Bhagavad-gita (4.24) quando dice: brahmarpanam brahma havir brahmagnau brahmana hutam ...: “La persona pienamente assorta nella coscienza di Krsna è sicura di raggiungere il regno spirituale grazie al suo pieno contributo alle attività spirituali.” Se pensiamo di offrire tutto a Krsna, se i nostri atti fisici sono un’offerta a Krsna, se le nostre parole sono un’offerta a Krsna, alla fine anche noi diventiamo un’offerta a Krsna. Allora diventiamo prasadam. E Krsna è sempre desideroso di gustare la dolcezza meravigliosa delle nostre offerte piene d’amore.

Sivarama Swami è un guru della ISKCON e anche GBC per l’Ungheria. Questo articolo è stato tratto da una sua lezione.

CALENDARIO
Questo calendario è calcolato per la zona di Firenze. Le date, che derivano dal calendario lunare, possono variare per altre zone. Per ottenere le date esatte per la vostra area, collegatevi al sito www.krishna.com/calendar.
Poiché il Movimento Hare Krsna si basa sulla linea disciplica di Sri Caitanya Mahaprabhu, il calendario include non solo date rilevanti per tutti i seguaci della tradizione Vedica, ma anche date riferite agli associati del Signore e a preminenti maestri spirituali della Sua successione.

Mese di Madhava
(4 Gennaio – 2 Febbraio)

8 Gennaio — Anniversario dell'apparizione di Srila Gopala Bhatta Gosvami, uno dei sei Gosvami di Vrndavana.

9 Gennaio — Anniversario della scomparsa di Srila Jayadeva Gosvami, grande maestro
spirituale ed autore della Gita-govinda.

15 Gennaio —Sat-tila EkadaSi. Saphala EkadaSi. Digiuno di cereali e legumi. Rompere il digiuno domani tra le ore 07:46 e le ore 08:18.

23 Gennaio — Anniversario dell'apparizione di Srila Raghunatha Dasa Gosvami, uno dei sei Gosvami di Vrndavana. Anniversario della scomparsa di Srila ViSvanatha Cakravarti Thakura, un maestro spirituale Vaisnava e autore che apparve nel diciassettesimo secolo. Anniversario dell'apparizione di Srimati Visnupriya Devi, la consorte del Signore Caitanya.
25 Gennaio — Anniversario dell'apparizione di Sri Advaita Acarya, un'incarnazione dell'espansione di Krsna, Maha-Visnu e intimo associato del Signore Caitanya. Digiuno fino a mezzogiorno.

27 Gennaio — Anniversario della scomparsa di Sripada
Madhavacarya, un filosofo Vaisnava e maestro spirituale che apparve nel tredicesimo secolo.

28 Gennaio — Anniversario della scomparsa di Srila Ramanujacarya, un filosofo dell'undicesimo secolo e maestro spirituale.

29 Gennaio — Bhaimi EkadaSi. Digiuno di cereali e legumi. Digiuno fino a mezzogiorno per l'apparizione del Signore Varaha, l'incarnazione cingliale di Krsna.
La festa di prasadam si osserva oggi. Rompere il digiuno domani tra le ore 07:35 e le ore 10:50.

31 Gennaio — Anniversario dell'apparizione di Sri Nityananda Prabhu, un intimo associato del Signore Caitanya Mahaprabhu e una incarnazione del fratello maggiore di Krsna, Balarama. Digiuno fino a mezzogiorno.

1 Febbraio —Anniversario dell'apparizione di Srila Narottama Dasa Thakura, un maestro spirituale nella successone disciplica del Signore Caitanya che ha composto molti canti devozionali in lingua Bengalese.


Mese di Govinda
(3 Febbraio – 3 Marzo)

7 Febbraio — Anniversario dell'apparizione di Srila Bhaktisdhanta Sarasvati Thakura, il maestro spirituale di Srila A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, il fondatore-acarya dell'Associazione Internazionale per la coscienza di Krishna. Digiuno fino a mezzogiorno seguito dalla festa di prasadam. Ricorre anche l'anniversario della scomparsa di Sripada Gour Govinda Swami, un guru dell'ISKCON. Digiuno fino a mezzogiorno.

14 Febbraio — Vijaya EkadaSi. Digiuno di cereali e legumi. Anniversario della scomparsa di Srila ISvara Puri, il maestro spirituale del Signore Caitanya. Rompere il digiuno domani tra le ore 07:16 e le ore 10:45.

16 Febbraio — Sri Siva Ratri, giorno in onore del Signore Siva.

18 Febbraio — Anniversario della scomparsa di Srila
Jagannatha Dasa Babaji, il grande devoto Signore Caitanya che confermò la scoperta del luogo di nascita da parte di Srila Bhaktivinoda Thakura del luogo di nascita del Signore Caitanya.

27 Febbraio —Amalaki-vrata EkadaSi. Digiuno di cereali e legumi. Rompere il digiuno domani tra le ore 06:54 e le ore 10:37.

28 Febbraio — Anniversario della scomparsa di Srila Madhavendra Puri, il maestro spirituale del maestro del Signore Caitanya.

3 Marzo — Sri Gaura Pürnima, l'anniversario dell'apparizione di Sri Caitanya Mahaprabhu, che è Krsna stesso nel ruolo del Suo stesso devoto. Digiuno fino al sorgere della luna.

COME SONO DIVENTATA COSCIENTE DI KRSNA
La visita ad un tempio dell'ISKCON ispira
ardenti desideri spirituali in una ragazza di Ujjain.
Ho visitato per la prima volta un tempio ISKCON il 31 dicembre del 1999 quando mio fratello Syamasundara Dasa si sposò nel tempio di Sri Sri Radha-Gopinatha a Chowpatty a Mumbai. Qui ho visto per la prima volta Sua Santità Radhanatha Swami Maharaja. Avevo solo tredici anni e pensavo che ora che gli Indiani stanno rifiutando la loro cultura, uno straniero insegna ai miei compatrioti le loro tradizioni e la loro cultura. E’ stata anche la prima volta in cui ho visto un matrimonio celebrato nel tempio davanti alle divinità. La cerimonia semplice ma bella e l’atmosfera devozionale mi piacquero. Dopo Syamasundara ci parlò di Sri Krsna ed io ricordai solo una cosa del suo discorso: se ci arrenderemo a Sri Krsna, Egli ci libererà da tutti i nostri peccati. Dopo il matrimonio tornai ad Ujjain con la mia famiglia.

Alla Ricerca Del Supremo

Mi resi conto che solo nell’ISKCON potevo trovare risposta alle mie domande. Ero solita porre domande di carattere spirituale a chiunque sembrasse dotato di conoscenza, ma non ero mai soddisfatta. Chiedevo: “Chi è il dio più grande?” Coloro che adoravano il Signore Siva mi dicevano che il Signore Siva è il Supremo, coloro che adoravano il Signore Visnu chiamavano il Signore Visnu Dio e i devoti di Devi dicevano che essa è il Supremo. Qualcuno mi aveva detto che Brahma, Visnu e Siva sono le divinità maggiori, ma io pensavo: “Come possono tutti e tre essere il Dio Supremo? Ce ne deve essere uno che è Supremo.” Chiedevo anche: “Dov’ero prima di nascere? Dove sarò dopo la morte?”
Qualche giorno dopo il ritorno da Mumbai, mia zia (la madre di Syamasundara Dasa), Devakimayi Devi Dasi, venne ad Ujjain a farci visita.
Le chiesi: “Chi è Dio?”
Essa rispose che Sri Krsna è Dio. Gli altri avevano sempre risposto alle mie domande in modo non preciso, cosicché quando seppi così chiaramente che Sri Krsna è Dio mi sentii molto soddisfatta.
Poi le chiesi: “Com’è possibile? Krsna è un’incarnazione del Signore Visnu.”
“No,”rispose “non è così. Sri Visnu è un’incarnazione di Sri Krsna e ci sono tre Visnu, non uno. Questo è scritto nello Srimad-Bhagavatam.”
Da quel giorno in poi cominciai a cantare un giro del mahamantra Hare Krsna sulla mia corona.
Quando compii sedici anni, mio padre mi portò a Mumbai per le vacanze estive. Ci recammo al tempio ISKCON e mio padre sottoscrisse un abbonamento a Bhagavad DarSana, l’edizione in hindi di Back to Godhead.
Mio padre mi lasciò per quindici giorni a casa di mia zia dicendomi: “Cerca di scoprire quanta verità ci sia in questa organizzazione.”
Mio padre da ragazzo aveva vissuto in un tempio dove aveva visto compiere molte truffe nel nome di Dio. Non voleva che io cadessi preda di qualche organizzazione che mi avrebbe imbrogliato.
Durante la vacanza andavo con mia zia e mio cugino Shraddhaiy al tempio di Sri Sri Radha-Gopinatha a Chowpatty. Il tempio mi piaceva moltissimo. Gli amici di mia sorella Carulata (Campakalata Devi Dasi) erano molto gentili con me. Un giorno Campakalata mi disse che un devoto deve essere umile come un filo d’erba. Cercai di seguire questo principio. Shraddhaiy mi dette un video del festival per l’istallazione dello Sri Panca-tattva a Mayapur ed un altro su Sri Caitanya. Un giorno Campakalata mi parlò dei quattro principi regolatori seguiti nell’ISKCON e del divieto di mangiare cipolla e aglio, nonché di bere tè e caffè. Da quel giorno cominciai a seguire queste regole e a cantare quattro giri sulla mia corona.

Una Devota Solitaria

Quando tornai a Ujjain, dissi a mia madre: “Non mangerò più né cipolla né aglio.”
“Questa è una fase passeggera,” mi rispose, “Queste idee fantasiose ti passeranno presto.”
Io però tenni fede al mio voto. Quando la mamma si rese conto che ero determinata a non mangiare cipolla e aglio cominciò a cucinare separatamente per me. Prima offrivo il cibo al Signore e poi mangiavo. Queste doppie preparazioni però facevano arrivare tardi in ufficio mia madre, che presto cominciò a cucinare tutto senza cipolla ed aglio. In questo modo tutti in casa gradualmente smisero di mangiarli.
Leggevo la rivista Bhagavad DarSana sia a casa che a scuola.
Quando tornavo a casa, chiedevo a tutti: “Per favore ascoltatemi, voglio raccontarvi quante belle cose ho letto oggi,” ma nessuno voleva ascoltarmi.
Sentendomi sola e frustrata, ogni giorno piangevo davanti al Signore. “Nessuno qui mi capisce. Non ci sono devoti qui. Perché non mi chiami nella Tua dimora? Tu hai dichiarato di perdonare i peccati di chiunque prenda rifugio in Te. Ho commesso così tanti peccati, per cui Tu mi tieni lontana da Te? Qui non c’è neanche un tempio ISKCON dove possa trovare l’associazione dei devoti. Per favore Signore aiutami. Per favore.”
Adoravo il Signore prima di andare a scuola e a sera facevo l’arati al Signore Nrsimha. Mi sentivo molto sola.
Le persone mi dicevano: “Tu non mangi né aglio né cipolla – chi sposerà una ragazza come te?” Pensavo: “Queste persone non hanno niente nel cuore se non il matrimonio, il denaro e il lavoro. A stento nel loro cuore c’è un posto per Dio.”
Solo mio padre, mia madre e mio nonno mi sostenevano dicendomi che quello che facevo era giusto, ma non c’erano devoti per aiutarmi.
Un giorno nella mia scuola venne una nuova insegnante di biologia che si chiamava signora Wagle. Notai che portava una collana di Tulasi al collo e che aveva il tilaka ISKCON sulla fronte.
“Fa parte dell’ISKCON?” le chiesi. “Sì,” rispose, “ma tu che cosa sai dell’ISKCON?”
Le raccontai tutto. Da quel giorno essa fu più una madre che un’insegnante per me.
Leggevo The Science of Self-realization, il Bhagavad DarSana e le facevo domande. Ogni domenica, andavo con lei a Indore, dove alcuni discepoli di Romapada Swami gestiscono un centro. Per il Rama Navami (giorno dell’apparizione del Signore Ramacandra) mi recai con la signora Wagle (Maliniprya Devi Dasi) a Mumbai, dove suo figlio e sua nuora venivano iniziati. Il nome del figlio della signora Wagle è dottor Ranjit Wagle e presta servizio al Bhaktivedanta Hospital come oftalmologo. All’iniziazione gli fu dato il nome di Gauranga Sundara Dasa e a mio cugino Shraddhaiy quello di Vrajarasa Dasa.
Durante l’abhiseka (cerimonia del bagno) delle divinità, mia sorella maggiore Manjari Priya mi disse: “Qualunque cosa tu chieda al Signore per il servizio devozionale durante l’abhiseka ti verrà quanto prima concessa.”Io pregavo: “O Signore! Non cerco né cultura né ricchezza. Desidero soltanto che Tu mi tenga in un posto dove possa trovare il Tuo santo nome e i Tuoi devoti.”
Nel viaggio di ritorno in treno con la signora Wagle, incontrammo una devota che veniva da Los Angeles ed andava al Kumbhamela di Ujjain. Si chiamava Veda-vyasa Devi Dasi ed era una discepola di Srila Prabhupada. Essa venne con me e rimase alcuni giorni nella nostra casa. Quando mio padre vide la sua sincera devozione, le chiese: “Ujjain è il luogo dove Sri Krsna ha studiato sotto la guida di Sandipani Muni, ma non c’è un tempio ISKCON qui. Perché?” “Molto presto l’ISKCON arriverà qui,” profetizzò. A quel tempo avevo cominciato a cantare sedici giri e di lì a poco venne il tempo dei miei esami. Avevo sempre ottenuto ottimi risultati negli studi ma quell’anno non riuscivo a studiare. Avevo perso interesse ai miei libri. Leggevo solo libri che parlavano di Krsna. All’interno del mio voluminoso testo di fisica nascondevo Krsna, the reservoir of pleasure e lo leggevo di nascosto. Inoltre durante gli esami mi ammalai. Quando furono esposti i risultati, risultai bocciata. Ne rimasi sconvolta e piansi amaramente. Mia cugina Ritu, anche lei devota ISKCON, era con me in quel periodo.
“Sri Krsna non fa mai niente di sbagliato per nessuno,” cercò di consolarmi. “Tu eri solita studiare molto, ma quest’anno sei stata bocciata perché hai trascurato i tuoi studi.” Questa sconfitta mi aiutò; il mio orgoglio ne uscì a pezzi e diventai più tollerante. Per fortuna, grazie ad un nuovo regolamento, non persi l’anno e mi fu consentita l’ammissione ad un collegio.

Risposte alle mie preghiere

In luglio, su un giornale lessi che ad Ujjain sarebbe stato aperto un grande tempio ISKCON. Non stavo in me dalla gioia. Ogni giorno esaminavo attentamente il giornale alla ricerca anche della più piccola informazione sul nuovo tempio. In quel giornale per la prima volta vidi Sua Santità Bhakti Caru Swami Maharaja.
Un giorno durante la lezione di matematica la nostra insegnante improvvisamente gridò: “ Ehi! Guardate, ci sono gli Hare Krsna.”
Nel vedere i devoti fui così sopraffatta dalla gioia che corsi fuori dall’aula per incontrarli. Mentre parlavo con loro, improvvisamente mi ricordai che la mia lezione continuava. Quando rientrai nell’aula, tutti mi fissarono increduli.
“Perché sei uscita?” mi chiese l’insegnante. Risposi che volevo vedere i devoti ISKCON e tutti si misero a ridere.
In seguito seppi che l’ISKCON aveva appena finito di costruire un tempio provvisorio dietro la mia scuola. Ora niente poteva fermarmi. Ogni giorno visitavo il tempio con i miei amici e chiedevo quando sarebbe stato inaugurato.
La costruzione del tempio definitivo fu iniziata il 7 novembre del 2004. In quel giorno, Sua Santità Bhakti Caru Maharaja entrò nel tempio provvisorio portando una cosa avvolta in un panno bianco. Non ero sicura di cosa stesse succedendo, ma quando tutti furono entrati, le tende dell’altare si aprirono e mi resi conto che Maharaja stava portando le divinità piccole di Radha Madana-mohana. Finalmente il Signore era apparso ad Ujjain! Non riuscivo a crederci. Non solo il Signore era apparso, ma io avevo anche trovato il mio maestro spirituale – Sua Santità Bhakti Caru Maharaja – che aveva portato il Signore ad Ujjain. Quale misericordia più grande avrei potuto desiderare?
Il 12 di novembre era Dipawali. Dissi a mio padre che desideravo andare al mangala-arati. Mio padre mi portò all’arati e, dopo che fu finito, mi lasciò lì. In quel giorno, Maharaja dette la lezione sullo Srimad-Bhagavatam. Maharaja è originario del Bengala come molti dei suoi discepoli e perciò dette la lezione in bengali. “Conosci il bengali?” mi chiese. “No,” risposi. Allora chiese ad una donna di tradurre la lezione per me. Quel giorno ero molto felice – era la prima volta che Maharaja mi aveva rivolto la parola.
Quel giorno anche mio padre ascoltò la lezione e chiese a Maharaja: “Come possiamo sperimentare il mondo spirituale mentre siamo in questo mondo?”
Maharaja fu molto felice di questa domanda a cui dette una risposta illuminante. Mio padre fu così felice al mangala-arati che pensava di essere in cielo. Anche in lui nacque il desiderio di unirsi all’ISKCON. Incontrò Maharaja, lasciò il suo lavoro e divenne un devoto a tempo pieno del tempio. Questo fu l’avvenimento più felice per me.
La mia vita era diventata completa. Mentre prima mi sentivo sola ad Ujjain, ora ho la meravigliosa associazione dei devoti, Guru Maharaja e il Signore – tutto quello di cui ho bisogno. In verità se noi facciamo un passo verso Sri Krsna, Egli si precipita verso di noi con migliaia di passi.

Parul Upadhyaya vive con la sua famiglia ad Ujjain.

S E Z I O N E L I B R I : S R I M A D - B H A G A V A T A M
Considerato “il frutto maturo dell'albero della letteratura Vedica,” lo Srimad-Bhagavatam è la più completa ed autorevole esposizione della conoscenza Vedica. Cinquemila anni fa Krsna Dvaipayana Vyasa compose questo purana, o storia, per spiegare l'essenza della conoscenza spirituale. Qui presentiamo lo Srimad-Bhagavatam col testo originale sanscrito, la traslitterazione, la traduzione parola per parola, la traduzione letterale e le spiegazioni di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada,
Acarya Fondatore dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna.

SRI VISNU È ONORATO COL SACRIFICIO
Ora che Sri Visnu è arrivato nell'arena del sacrificio di Daksa, Daksa e gli altri partecipanti al sacrificio Lo glorificheranno con preghiere elevate.

CANTO 4: CAPITOLO 7


vaksasy adhiSrita-vadhur vana-maly udara-
hasavaloka-kalaya ramayamS ca viSvam
parSva-bhramad-vyajana-camara-raja-hamsah
Svetatapatra-SaSinopari rajyamanah

vaksasi: sul petto; adhiSrita: situato; vadhuh: una donna (la dea della fortuna, Laksmi); vana-mali: con una ghirlanda di fiori di selva; udara: meraviglioso; hasa: sorridente; avaloka: sguardo; kalaya: con una piccola parte; ramayan: piacevole; ca: e; viSvam: il mondo intero; parSva: lato; bhramat: che si muove avanti e indietro; vyajana-camara: un ventaglio fatto di code di yak; raja-hamsah: cigno; Sveta-atapatra-SaSina: con un ombrello bianco simile alla luna; upari: al di sopra; rajyamanah: di aspetto meraviglioso.

Sri Visnu appariva meravigliosamente bello perché la dea della fortuna e una ghirlanda erano situate sul Suo petto. Il Suo volto era graziosamente ornato di un sorriso capace di affascinare il mondo intero, specialmente i devoti. Ventagli di pelo bianco simili a cigni bianchi apparivano ai lati del Signore, e il bianco parasole sulla Sua testa era simile alla luna piena.

SPIEGAZIONE: Il volto sorridente di Sri Visnu appaga il mondo intero. Non solo i devoti, ma anche i non devoti, sono attratti dal Suo sorriso. Questo verso spiega molto bene che il sole, la luna, il fiore di loto a otto petali e le nere api ronzanti sono rappresentate dai camara, dal parasole sulla testa di Visnu, dagli orecchini dondolanti ai lati del Suo volto e dalla Sua nera capigliatura. Queste caratteristiche e insieme la conchiglia, la ruota, la mazza, il fiore di loto, l’arco, le frecce, lo scudo e la spada nelle Sue mani arricchivano a tal punto l’aspetto di Sri Visnu che tutti gli esseri celesti presenti, compreso Daksa e Brahma, ne furono affascinati
tam upagatam alaksya
sarve sura-ganadayah
pranemuh sahasotthaya
brahmendra-tryaksa-nayakah

tam: Lui; upagatam: arrivato; alaksya: vedendo; sarve: tutti; sura-gana-adayah: gli esseri celesti e gli altri presenti; pranemuh: offrirono omaggi; sahasa: immediatamente; utthaya: alzandosi in piedi; brahma: Brahma; indra: Indra; tri-aksa: Siva (che possiede tre occhi); nayakah: guidati da.

Quando Sri Visnu apparve, gli esseri celesti, Brahma, Siva, i Gandharva e tutti i presenti immediatamente offrirono i loro rispettosi omaggi prosternandosi a terra davanti a Lui.

SPIEGAZIONE: Questo verso ci mostra che Sri Visnu è il Signore Supremo, Signore anche di Siva e di Brahma, e quindi, a maggior ragione, il Signore degli altri esseri celesti, dei Gandharva e degli esseri comuni. Come è affermato in una preghiera, yam brahma varunendra-rudra-marutah: tutti gli esseri celesti adorano Sri Visnu. •Similmente, è affermato, dhyanavasthita-tad-gatena manasa paSyanti yam yoginah: gli yogi concentrano la mente sulla forma di Sri Visnu. Sri Visnu è dunque degno dell’adorazione di tutti gli esseri celesti, dei Gandharva e anche di Siva e di Brahma. Tad visnoh paramam padam sada paSyanti surayah: Visnu è dunque Dio, la Persona Suprema. Anche se Siva era stato descritto come Supremo nelle preghiere che Brahma gli aveva rivolto, non appena Sri Visnu apparve anche Siva si prosternò davanti a Lui per offrirgli i suoi rispettosi omaggi.
tat-tejasa hata-rucah
sanna-jihvah sa-sadhvasah
murdhna dhrtanjali-puta
upatasthur adhoksajam

tat-tejasa: per lo splendore abbagliante del Suo corpo; hata-rucah: diminuito lo splendore; sanna-jihvah: la lingua silenziosa; sa-sadhvasah: pieni di timoroso rispetto per Lui; murdhna: con la testa; dhrta-anjali-putah: con le mani alla fronte; upatasthuh: pregarono; adhoksajam: Adhoksaja, il Signore Supremo.

In presenza dell’abbagliante radiosità che emana dal corpo luminoso di Narayana, lo splendore di tutti gli altri svanì, e tutti rimasero in silenzio. Pieni di timore, rispetto e venerazione, tutti i presenti portarono le mani alla fronte mentre si preparavano ad offrire le loro preghiere a Dio, la Persona Suprema, Adoksaja.

apy arvag-vrttayo yasya
mahi tv atmabhuv-adayah
yatha-mati grnanti sma
krtanugraha-vigraham

api: eppure; arvak-vrttayah: al di là dell’attività della mente; yasya: del quale; mahi: gloria; tu: ma; atmabhu-adayah: Brahma, ecc.; yatha-mati: secondo le loro differenti capacità; grnanti sma: offrirono preghiere; krta-anugraha: manifestata dalla Sua grazia; vigraham: forma trascendentale.

Sebbene l’intelletto degli esseri celesti, come Brahma, non potesse comprendere le infinite glorie del Signore Supremo, tutti, per la grazia del Signore, poterono percepire la forma trascendentale di Dio, la Persona Suprema. Solo per la Sua grazia essi furono in grado di offrire le loro rispettose preghiere, secondo le loro differenti capacità.

SPIEGAZIONE: Il Signore Supremo, Dio, è sempre illimitato, e le Sue glorie non possono essere descritte interamente da nessuno, nemmeno da una personalità elevata come Brahma. È detto che Ananta, una manifestazione diretta del Signore possiede un numero illimitato di bocche, con ognuna delle quali da tempo immemorabile sta cercando di descrivere le glorie del Signore; eppure queste glorie rimangono inesauribili, e per questa ragione Ananta non termina mai la sua glorificazione. Non è possibile per un uomo comune capire o glorificare il Signore Supremo, che è illimitato, ma ognuno, secondo le sue capacità, può offrire preghiere o servizio al Signore. Questa capacità aumenta con l’attitudine al servizio. Sevonmukhe hi jihvadau significa che il servizio al Signore comincia con la lingua, cioè con il canto del mantra Hare Krsna. Cantando Hare Krsna si comincia il servizio al Signore. Un’altra funzione della lingua è quella di gustare e accettare il prasada del Signore. Perciò dobbiamo cominciare il nostro servizio all’Illimitato con la lingua, perfezionandoci nel canto e accettando il prasada del Signore. Accettare il prasada del Signore significa controllare complessivamente tutti i sensi. La lingua è considerata il senso che più difficilmente può essere controllato; essa, infatti, desidera sempre molti alimenti nocivi, e costringe così l’essere vivente a restare nella prigione dell’esistenza condizionata. Nel trasmigrare da una forma di vita all’altra, l’essere vivente deve cibarsi di moltissimi alimenti abominevoli, in un crescendo senza fine. Dobbiamo, dunque, impegnare la lingua nel cantare e nel mangiare il prasada del Signore, in modo che tutti gli altri sensi siano controllati. Il canto è la medicina, e il prasada è la dieta; grazie a questi due metodi si può cominciare il servizio devozionale. Con l’accrescersi del servizio, il Signore Si rivelerà sempre più al devoto, e poiché non c’è limite alle Sue glorie, non c’è limite all’impegno nel servizio del Signore.

dakso grhitarhana-sadanottamam
yajniSvaram viSva-srjam param gurum
sunanda-nandady-anugair vrtam muda
grnan prapede prayatah krtanjalih

daksah: Daksa; grhita: accettato; arhana: il dovuto; sadana-uttamam: il piatto del sacrificio; yajna-iSvaram: al maestro di tutti i sacrifici; viSva-srjam: di tutti i Prajapati; param: il supremo; gurum: precettore; sunanda-nanda-adi-anugaih: da compagni intimi come Sunanda e Nanda; vrtam: attorniato; muda: con grande piacere; grnan: offrendo rispettose preghiere; prapede: prese rifugio; prayatah: con la mente sottomessa; krta-anjalih: a mani giunte.

Non appena Sri Visnu ebbe accettato le oblazioni offerte nel sacrificio, il Prajapati Daksa cominciò ad offrirGli con grande piacere le sue rispettose preghiere. Dio, la Persona Suprema, è in realtà il maestro di tutti i sacrifici e il precettore di tutti i Prajapati, ed è servito anche da personalità elevate come Nanda e Sunanda.

daksa uvaca
Suddham sva-dhamny uparatakhila-buddhy-avastham
cin-matram ekam abhayam pratisidhya mayam
tisthams tayaiva purusatvam upetya tasyam
aste bhavan apariSuddha ivatma-tantrah

daksah: Daksa; uvaca: disse; Suddham: puro; sva-dhamni: nella Tua dimora; uparata-akhila: completamente rivolto; buddhi-avastham: la posizione della speculazione mentale; cit-matram: completamente spirituale; ekam: uno senza secondi; abhayam: senza paura; pratisidhya: controllando; mayam: l’energia materiale; tisthan: situato; taya: con lei, (Maya); eva: certamente; purusatvam: controllore; upetya: entrando; tasyam: in lei; aste: è presente; bhavan: Tua Grazia; apariSuddhah: impuro; iva: come se; atma-tantrah: sufficiente in sé.

Daksa si rivolse a Dio, la Persona Suprema:
Mio caro Signore, Tu sei al di là di tutti i concetti speculativi. Sei completamente spirituale, libero da ogni paura e tieni sempre sotto il Tuo controllo l’energia materiale. Anche se appari in questa energia materiale, mantieni la Tua posizione trascendentale, e non sei mai toccato dalla contaminazione materiale perché sei assolutamente sufficiente in Te stesso.

rtvija ucuh
tattvam na te vayam ananjana rudra-Sapat
karmany avagraha-dhiyo bhagavan vidamah
dharmopalaksanam idam trivrd adhvarakhyam
jnatam yad-artham adhidaivam ado vyavasthah

rtvijah: i sacerdoti; ucuh: dissero; tattvam: verità; na: non; te: di Tua Grazia; vayam: tutti noi; ananjana: senza contaminazione materiale; rudra: Siva; Sapat: con questa maledizione; karmani: nelle attività interessate; avagraha: troppo attaccati; dhiyah: di questa intelligenza; bhagavan: o Signore; vidamah: noi sappiamo; dharma: religione; upalaksanam: simboleggiato; idam: questo; tri-vrt: le tre sezioni di conoscenza dei Veda; adhvara: sacrificio; akhyam: di nome; jnatam: che ci è noto; yat: quello; artham: per lo scopo; adhidaivam: per adorare gli esseri celesti; adah: questo; vyavasthah: preparativi.

I sacerdoti si rivolsero al Signore con queste parole:
O Signore che trascendi la contaminazione materiale, a causa della maledizione degli uomini di Siva siamo stati attratti dalle attività interessate, perciò, in questa condizione degradata, ora non sappiamo niente di Te. Anzi, con la scusa di eseguire i rituali nel nome degli yajna, siamo ora coinvolti nelle ingiunzioni dei tre settori della conoscenza vedica. Sappiamo che Tu hai fatto un piano per distribuire agli esseri celesti le loro rispettive parti.

SPIEGAZIONE: I Veda sono conosciuti come traigunya-visaya vedah (B.g. 2.45). •Coloro che studiano seriamente i Veda sono attratti dalle cerimonie rituali in essi menzionate; perciò questi Veda-vadi non possono capire che il fine supremo dei Veda è quello di realizzare Sri Krsna, Visnu. Ma coloro che hanno trasceso le attrazioni dei benefici materiali che i Veda offrono possono capire Krsna, che non è mai contaminato dalle qualità materiali. Per questa ragione Sri Visnu è chiamato qui ananjana (libero dalla contaminazione materiale). Nella Bhagavad-gita (2.42) Krsna biasima coloro che si limitano allo studio dei Veda con queste parole:

yam imam puspitam vacam
pravadanty avipaScitah
veda-vada-ratah partha
nanyad astiti vadinah

“Gli uomini di scarsa conoscenza sono molto attratti dalle parole fiorite dei Veda; essi affermano che non c’è nulla al di là di esse.”


sadasya ucuh
utpatty-adhvany aSarana uru-kleSa-durge ’ntakogra-
vyalanviste visaya-mrga-trsy atma-gehoru-bharah
dvandva-Svabhre khala-mrga-bhaye Soka-dave ’jna- sarthah
padaukas te Saranada kada yati kamopasrstah

sadasyah: i componenti dell’assemblea; ucuh: dissero; utpatti: nascita e morte ripetuta; adhvani: sulla via della; aSarane: senza un luogo in cui prendere rifugio; uru: grande; kleSa: faticosa; durge: nella formidabile fortezza; antaka: termine; ugra: feroce; vyala: serpenti; anviste: infestata da; visaya: la felicità materiale; mrga-trsi: miraggio; atma: corpo; geha: casa; uru: pesante; bharah: fardello; dvandva: duale; Svabhre: buche, i fossi della cosiddetta felicità e sofferenza; khala: feroci; mrga: animali; bhaye: spaventati; Soka-dave: la foresta in fiamme del lamento; ajna-sa-arthah: per l’interesse degli sciocchi; pada-okah: il rifugio dei Tuoi piedi di loto; te: a Te; Sarana-da: che dà rifugio; kada: quando; yati: andarono; kama-upasrstah: afflitto da ogni specie di desiderio.

I componenti dell’assemblea si rivolsero al Signore:
O unico rifugio per tutti coloro che sono assillati dai problemi della vita, o Signore, nella spaventosa fortezza dell’esistenza condizionata, il fattore tempo, simile a un serpente, sta sempre in agguato aspettando l’occasione di colpire. Questo mondo è pieno di trappole, costituite dalle cosiddette gioie e dolori, e vi si trovano molti animali feroci sempre pronti ad attaccare. Il fuoco del lamento arde continuamente e il miraggio della falsa felicità ci alletta, ma nessuno può trovare rifugio in essi. Le persone sciocche vivono in questo ciclo di nascite e morti, sempre sopraffatte dai loro cosiddetti doveri e noi non sappiamo quando potranno accettare il rifugio dei Tuoi piedi di loto.

SPIEGAZIONE: Come questo verso descrive, le persone che non sono coscienti di Krsna vivono in modo molto precario, ma tutte le loro condizioni contingenti sono dovute solo al fatto che hanno dimenticato Krsna. Il Movimento per la Coscienza di Krsna si propone di dare sollievo a tutte queste persone confuse e sofferenti; per questa ragione può essere considerato la più grande opera benefica per l’intera società umana, e coloro che vi lavorano sono i più grandi benefattori perché seguono le orme del Signore Caitanya, l’amico più grande di tutti gli esseri viventi.

(Continua nel prossimo numero)


LUOGHI SPIRITUALI
KANCHIPURAM
In questa venerabile città ci sono templi la cui storia risale al tempo
in cui nel sud dell’India la cultura Vaisnava era preminente
Testi e foto di Adbhuta Hari Dhsa
Kanchipuram, oltre per la sua antica tradizione storica del commercio della seta, è famosa come città santa e luogo di residenza del grande santo Ramanujacarya e del suo venerabile Signore Varadaraja. Centinaia di templi richiamano moltitudini di persone felici che accorrono in questo luogo di pellegrinaggio situato nel nord-est del Tamil Nadu. Quindici di questi templi sono definiti divya-deSams, o “luoghi divini” speciali per i Sri Vaisnava (seguaci di Ramanuja). Questi divya-deSams hanno a che fare con gli Alvar, famosi Vaisnava del sud dell’India che apparvero approssimativamente tra il 4200 e il 2700 A.C. Questo luogo fu visitato da Caitanya Mahaprabhu, Nityananda Prabhu e Madhvacarya. E’ il luogo di nascita di Canakya Pandita, autore del Niti-Sastra (leggi civili) e ministro dell’impero Maurya. E’ anche il luogo di nascita di Vedanta DeSika, il più illustre Sri Vaisnava acarya dopo Ramanuja. E si dice che qui il Signore Varadaraja, la divinità che presiede Kanchipuram, espose i principi basilari della filosofia viSistadvaita a Ramanujacarya per mezzo di uno dei suoi guru, Kancipurna.
Mi accadde di arrivare a Kanchi per l’anniversario della nascita di Tata DeSika, uno degli acarya della comunità Tatachar, che in questa regione ha profonde radici. Mi recai immediatamente al tempio di Varadaraja dove si svolgeva la celebrazione.
Quando entrai nel cortile interno, dove si sentiva risuonare il mantra: om namo narayanaya, vidi che una grande folla di devoti si era riunita davanti ad uno dei tempietti. Mi avvicinai ad un piccolo gruppo di giovani per capire la causa di questo assembramento. Uno di loro, Krishna, eccitato mi disse che da un momento all’altro la piccola divinità utsava (“del festival”) sarebbe stata portata fuori dal tempio e posta davanti al tempietto dedicato a Tata DeSika.
Nel quindicesimo secolo, grazie al patrocinio di Tata DeSika, molti templi dell’India meridionale raggiunsero il culmine del loro sviluppo funzionale e architettonico. Nel giorno del suo compleanno viene benedetto dalle divinità e si celebrano grandi rituali con una perfezione meticolosa e con devozione.
Il mattino iniziò con un’offerta di riso e frutta alla forma a quattro braccia di Visnu del Signore Varadaraja e alle Sua consorti, Laksmi, Sri e Bhu Devi. Seguì la cerimonia del bagno, durante la quale furono cantati inni tratti dalla Taittiriya Upanisad, dalla Purusa-sukta e da Tirupavai. I sacerdoti offrirono alle divinità cibo santificato, pasta di sandalo e ghirlande di foglie di Tulasi che poi distribuirono ai brahmana che erano sul lato destro e sinistro del tempietto. A mezzogiorno le divinità furono portate in processione intorno al tempio. Due gruppi di brahmana seguivano la processione; quelli davanti cantavano preghiere dal Divya Prabhanda (i Veda cantati in lingua Tamil dagli Alvar), mentre quelli dietro cantavano inni vedici in lingua sanscrita. I portatori del palanchino, mentre si avvicinavano al tempio di SudarSana-Narasimha e attraversavano un giardino pieno di fiori che si trova lungo quasi tutto il percorso della processione, fecero dondolare lentamente le divinità avanti e indietro. Nel giardino fiorito c’è un laghetto dove si dice che originariamente Sri Perundevi Tayar (Laksmi), la consorte del Signore Varadaraja, sia apparsa su un fiore di loto d’oro.
Più avanti lungo il percorso c’è un tempietto di Ramanujacarya, dove la processione si fermò perché potesse ricevere la benedizione del Signore. Ramanujacarya trascorse la maggior parte della sua giovinezza a servire il Signore Varadaraja a Kanchi. Qui incontrò per la prima volta i suoi guru Yamunacarya e Mahapurna.
Prima che le divinità fossero rispettosamente messe a riposare, completammo la circumambulazione arrivando al punto di partenza, il tempietto di Tata DeSika.
La sera ci fu un’altra processione, questa volta lungo la strada principale del tempio e i brahmana e i pellegrini accompagnarono nuovamente le divinità che indossavano abiti sontuosi.
Questa volta uno degli ornamenti che decoravano il Signore Varadaraja era la collana di Clive. Robert Clive, governatore britannico di Madras durante il 1700, offrì questa collana alla divinità del Signore Varadaraja per ringraziamento dopo la battaglia di Clive con il musulmano Nawab di Arkad. Mentre andava ad Arkad, Clive si fermò a Kanchi. Avendo sofferto per diversi giorni di forti dolori allo stomaco, era preoccupato per l’esito dell’imminente battaglia. I sacerdoti gli dettero dell’acqua santa e cibo offerto e dopo che li ebbe assunti guarì dal suo dolore. Per gratitudine decise che avrebbe donato al Signore Varadaraja la cosa più preziosa che avrebbe catturato dal tesoro di Arkad.
Un’altra volta, mentre sventagliavano il Signore Varadaraja, Clive espresse il dubbio che la divinità soffrisse il caldo. Udendo ciò, il sacerdote, che stava sventagliando il Signore, asciugò il volto della divinità con un piccolo asciugamano e lo dette a Clive, che rimase stupefatto nel sentirlo umido.
Nelle tarde ore della sera, prima che le divinità fossero riportate al tempio, andai a vederle con Sridhar Veerapuram, uno Sri Vaisnava che avevo incontrato durante la processione. Egli richiamò la mia attenzione sul volto del Signore Varadaraja. Secondo la storia del tempio, il Signore Varadaraja apparve dal fuoco di un sacrificio eseguito dal Signore Brahma.
Sridhar disse che il Signore aveva riportato delle macchie rosa sul Suo volto quando era emerso dal fuoco. Sridhar parlò in modo così entusiasta del Signore, che io gli chiesi di accompagnarmi nella visita agli altri templi di Kanchipuram.

Ammirando l’Opulenza

Il giorno seguente, Sridhar propose di completare la nostra visita dei tempietti, dei passatempi e della ricchezza architettonica del tempio di Varadaraja prima di andare negli altri templi. Io acconsentii felice.
La nostra mattinata iniziò davanti all’inevitabile banco del prasadam posto in evidenza all’ingresso principale. Dopo aver ricevuto la misericordia del Signore sotto forma di cibo e percependo l’atmosfera spirituale, attraversammo un ingresso dove c’erano un centinaio di colonne che magneticamente avevano attratto la mia attenzione per la loro straordinaria bellezza. Sulle colonne monolitiche di granito nero vi sono magistralmente intagliate squisite sculture di danzatori, di uomini che cavalcano vari tipi di animali, di avatara di Sri Visnu e di scene tratte dal Mahabharata e dal Ramayana. Alcune parti di queste sculture, come gli archi, le lance e le frecce se toccate emettono lo strimpellio di una tampura. Alla fine dell’ingresso c’è una piattaforma che viene usata per i festival, come in occasione della la rimessa in scena del matrimonio del Signore Varadaraja con Laksmi.
Quasi adiacente al retro dell’ingresso c’è Ananta Tirtham, un laghetto che si ritiene sia stato creato dal Signore Ananta per assistere ai passatempi del Signore Varaha. (Il Signore Ananta è l’incarnazione di Sri Visnu che, nella forma di serpente, serve come letto a Visnu.) La divinità originale del Signore Varadaraja è conservata in uno scrigno d’argento in un tempietto dentro questo laghetto. Sridhar mi disse che una volta, durante l’intenso caldo dell’estate, la divinità, che soffriva caldo, apparve in sogno ad uno dei sacerdoti e chiese di essere messa nell’acqua. Ora ogni quaranta anni la divinità viene tolta dall’acqua e adorata per quarantotto giorni.
Poi Sridhar ed io andammo nella quarta area che circonda il principale sanctum del Signore Varadaraja. Qui vi sono il tempietto del Signore Rama, una sala degli specchi e una cucina per le divinità. Sridhar mi disse che secondo la tradizione in questa cucina vengono usate per il Signore solo le cose più preziose e più pure – come il fuoco a legna, stoviglie di bronzo e d’argento e acqua per cucinare presa dalla riserva personale delle divinità.
Nel terzo percorso di circumambulazione vedemmo i tempietti di Andal e Sri Perundevi Tayar, consorte del Signore Varadaraja.
Poi ci avvicinammo al Signore Nrsimha, che pregammo di proteggere la nostra devozione. Il Signore Nrsimha è adorato alla base di una collina, in una grotta ricostruita dai re Chola come un edificio ad un piano. Poiché il Signore Nrsimha dette il permesso a Brahma di fare qui i suoi sacrifici, il posto è conosciuto come Nrsimha Ksetra (“Luogo di Nrsimha”).
Il tempio principale ospita il tempietto del Signore Varadaraja, cosicché dopo aver fatto un mezzo giro intorno all’edificio, salimmo gli scalini che conducono verso di esso. Mentre salivamo, notammo delle rocce di montagna che bucavano l’intonaco delle pareti. Raggiunto il sanctum al primo piano, fummo abbagliati dallo splendore di moltissime lampade di ghee, che illuminavano la forma del Signore in un tempietto cui si poteva accedere salendo alcuni scalini. La divinità del Signore Varadaraja, il cui nome significa “il re di coloro che danno benedizioni” è enorme. In tre delle Sue mani tiene le insegne della conchiglia, del disco e della mazza, mentre la sua mano destra più bassa è alzata in atto di benedire con le parole ma Sucah (“Non preoccuparti”) scritte su di essa. Questo significa che Egli si prenderà cura e proteggerà completamente chiunque si arrenda a Lui. Il Signore era riccamente ornato da gioielli preziosi e al Suo collo c’era un’enorme collana d’oro su cui erano scritti i migliaia di nomi di Sri Visnu.
Qui il sacerdote ci offrì foglie di Tulasi e caranamrta (acqua in cui sono state bagnate le divinità) e descrisse le meravigliose relazioni tra il Signore e i Suoi devoti. Parlò delle glorie del guru di Ramanujacarya, Kancipurna, la cui semplice e pura devozione gli permetteva di parlare con la divinità e raccontò la storia del discepolo di Ramanuja, KureSa, e di come il perfido re Kotalunga fosse così intollerante verso i Vaisnava da accecarlo con grande malvagità. KureSa con altruismo era stato pronto a sacrificare la sua vita per il bene del suo maestro spirituale. Perciò, per il suo servizio incondizionato ed arreso al suo guru, il Signore Varadaraja gli concesse una vista trascendentale.
Sridhar ed io, profondamente commossi dal potere della Sua presenza, rimanemmo lì per molto tempo ad ascoltare il meraviglioso scambio d’amore tra il Signore e i Suoi devoti.

I Templi Intorno alla Città

Nei pochi giorni che seguirono Sridhar ed io visitammo altri templi e tempietti sacri ai Vaisnava. Percorrendo in macchina la città affollata dovemmo affrontare l’implicito rischio di trovare spesso i templi chiusi, poiché molti di quelli piccoli avevano orari d’apertura irregolari dovuto alla scarsità di sacerdoti. Ogni qualvolta la nostra visita aveva successo, ne uscivamo felici, pieni di giubilo per aver potuto vedere le numerose forme del Signore a Kanchipuram. Trovammo particolarmente imponenti la monolitica forma del Signore Trivikrama (Vamanadeva), alta 10 metri e larga oltre 7 e quella della divinità conosciuta come Pandava Dootha (“Messaggero dei Pandava”), alta 7.5 metri.
Un’altra divinità, Yathoktakari, si è manifestata in un’eccezionale posizione sdraiata. In tutti gli altri templi dove la divinità di Sri Visnu è in posizione sdraiata, Egli giace sul fianco sinistro, mentre qui giace su quello destro, proprio per dimostrare il Suo affetto per i Suoi devoti.
Secondo quanto si racconta, molto tempo fa un re cacciò dalla città il grande devoto Tirumalasai Alvar e il suo discepolo Kanikannan perché non avevano soddisfatto la sua richiesta di ringiovanire il suo vecchio corpo per permettergli di continuare a godere i piaceri dei sensi. Su richiesta di Titumalasai, il Signore Yathoktakari lo seguì fuori della città, facendo cadere la città in una profonda oscurità. Impaurito, il re si scusò per averlo maltrattato. Allora Tiramalasai tornò a Kanchi con il Signore che dissipò le tenebre create in Sua assenza.
Poi visitammo il Tempio di Kamaksi. Sebbene in genere si adori la divinità di Kamaksi come Durga, nel Brahmanda Purana dove il Signore Hayagriva narra le sue glorie al saggio Agastya, si dice che essa sia Laksmi Devi. Il Signore Hayagriva ricorda anche che il re DaSaratha, re di Ayodhya e padre del Signore Rama, pregò qui Kamaksi di dargli dei figli.
Per visitare il Tempio di Vijaya Raghava, l’ultimo nella lista dei divya desam a Kanchipuram, presi un autobus locale per raggiungere Tiruputkuli, che si trova a circa sette chilometri dalla città di Kanchipuram. Secondo il Vamana Purana, il Signore Rama celebrò qui i riti funebri per Jatayu, l’uccello gigante che lottò coraggiosamente per impedire a Ravana di rapire Sita, moglie del Signore Rama.
La sala di fronte al laghetto del tempio commemora il luogo dove Ramanujacarya studiò la filosofia advaita sotto Yadhava PrakaSa. Poiché Ramanuja continuava a confutare la filosofia impersonale insegnata dal suo maestro, fu espulso dall’ashram. Yadhava PrakaSa attentò perfino alla sua vita, ma per fortuna, grazie alla misericordia dei devoti, in seguito riconobbe le sante qualità di Ramanuja e diventò suo discepolo.
Nelle quasi due settimane trascorse a Kanchipuram, ho scoperto in continuazione le infinite glorie del Signore e dei Suoi devoti. Ogni particolare che rintracciavo rivelava affascinanti passatempi del Signore quasi dimenticati. La mia ricerca che sembrava non aver fine era sempre fresca e dinamica, stimolante per il mio intelletto e nutriente per la mia anima. Ora, dopo tutte le mie ricerche, nella mia mente conservo una profonda impressione del più auspicioso, incantevole ed affascinante sorriso del Signore Varadaraja.

Adbhuta Hari Dasa si unì all’ISKCON in Croazia. Egli dà il suo assiduo contributo a BTG con articoli corredati da foto sui più importanti luoghi sacri Vaisnava in India.
FESTA DELLA DOMENICA
Tutte le domeniche dell'anno dalle prime ore del pomeriggio siete invitati ad una splendida festa!
La festa sarà animata da conferenze, danze e canti trascendentali.
Sarà l'occasione per conoscere l'antica saggezza dell'India.
Inoltre potrete gradire le squisite specialità che vi saranno offerte al banchetto della sera.

Bergamo Villaggio Hare Krishna
(da Medolago strada per Terno d’Isola)
24040 Chignolo d’Isola (BG) - Tel. 035/4940706

Firenze Villa Vrindavana,
via Scopeti, 108 - 50026 - San Casciano
in Val di Pesa (FI) - Tel. 055/820054

Vicenza Prabhupada Desh
via Roma, 9 - 36020 Albettone (VI) - Tel. 0444/790573

Catania Centro Hare Krishna
via Regione, 16 int. 5 - Loc. Tarderia
95030 Pedara (Catania) - Tel. 0957/896216

Milano Centro Culturale Govinda
via Valpetrosa, 5 - 20123 Milano - Tel. 02/862417

Roma Centro Culturale Govinda
via S. Maria del Pianto, 15/17
00186 Roma - Tel. 06/68891540


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